Martinsicuro, l’associazione On the Road risponde alla Comunità Papa Giovanni XXIII

prostituteMartinsicuro. L’associazione On the Road esprime sconcerto di fronte al violento attacco subito da parte della Comunità Papa Giovanni XXIII.

“In merito alle azioni dell’Associazione On The Road nei confronti delle donne vittime della tratta schiavizzata” si legge sul sito dell’associazione fondata da don Oreste Benzi “noi siamo contro la modalità della riduzione del danno nei confronti di tutte le donne e delle tante bambine schiavizzate e sfruttate che si trovano sulle strade, negli appartamenti e nei night. I clienti e le associazioni che operano in questo modo diventano corresponsabili della tratta e della prostituzione. Fornire il preservativo significa mantenere lo stato di schiavitù. Le schiave non possono aspettare e vanno tutte liberate dall’orribile stato nel quale si trovano”.

Delle parole che hanno lasciato letteralmente sbalorditi gli operatori di On The Road.

“Lunedì 8 marzo” è scritto in una nota diffusa dalla stessa associazione “sono state distribuite mimose, non preservativi. La distribuzione di profilattici avviene, invece, abitualmente durante le uscite dell’unità mobile di On the Road nella convinzione che si possa contribuire alla tutela della salute delle donne che si prostituiscono, dei loro clienti e delle loro famiglie. La salute è un inalienabile diritto anche per chi si prostituisce. La grande maggioranza delle associazioni opera con lo stesso metodo di On the Road nel contrasto alla tratta degli esseri umani finalizzata allo sfruttamento sessuale: a partire dall’informazione, dalla prevenzione sanitaria e da un concreto aiuto nell’accesso ai servizi del territorio, gli operatori sociali costruiscono con le persone che contattano in strada la fiducia e il rispetto reciproco necessari all’avvio di qualunque serio percorso di fuoriuscita dallo sfruttamento. L’arrivo in casa di accoglienza, l’eventuale denuncia dei propri sfruttatori, il reinserimento socio lavorativo sono passaggi successivi e volontari. Il nostro intento non è giudicare o redimere alcuno, ma offrire strumenti per scegliere e aiutare chi lo vuole ad accedere alle opportunità che la legge fornisce per rompere le catene dello sfruttamento e iniziare una nuova vita”.

On the Road è impegnata da anni nella lotta alla tratta degli esseri umani e partecipa anche al coordinamento nazionale antitratta.

Nei suoi servizi rientra anche il coordinamento delle unità mobili e opera sul territorio in stretta collaborazione con le forze dell’ordine, gli enti locali, i servizi sanitari e sociali, la magistratura, le altre associazioni.

Tra il 2000 e il 2009 sono state oltre 400 le vittime di tratta che si sono rivolte all’associazione, trovando nei suoi operatori un valido sostegno per uscire dallo sfruttamento sessuale e lavorativo, per riprendere in mano la propria vita, per rendersi autonome attraverso l’inserimento lavorativo nel contesto produttivo delle regioni Marche, Abruzzo e Molise.

“Lavoriamo con semplicità e senza spettacolarizzazioni” spiega il presidente Vincenzo Castelli. “Ci meraviglia che un’associazione senta il bisogno di manifestare contro un’altra, noi abbiamo sempre cercato occasioni di confronto e concertazione ma la Papa Giovanni XXIII è spesso voce fuori dal coro. Riteniamo che sia più utile distribuire preservativi e ricordarne l’importanza piuttosto che dover assistere all’aumento di interruzioni volontarie di gravidanza tra le donne che si prostituiscono. Sono sempre di più i clienti disposti a pagare una tariffa più alta pur di avere un rapporto non protetto e sono sempre di più le donne costrette ad abortire per poter continuare a lavorare in strada. E’ anche per questo che, nell’ambito del Coordinamento delle unità mobili, oltre al confronto sul tema della tratta serve una specifica riflessione sulla prostituzione e sulla riduzione del danno, di cui il ricorso al preservativo è solo una delle possibili concretizzazioni”.

Marina Serra


 

 

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