Nei mesi scorsi, inoltre, l’asta di vendita della sede storica della stessa Cooperativa è stata aggiudicata alla CST srl, rappresentata in quella circostanza dal presidente del collegio dei probiviri della Cooperativa “Città di Teramo e Provincia”, Mauro Cimbali, su delega del presidente della Cooperativa, cioè Di Marzio.
“Penso di non essere lontano dal vero” scrive D’Ignazio a Castiglione “nel ritenere che anche lei troverà quanto meno singolare, se non immorale, che chi delibera sia, nel contempo, destinatario di eventuali vantaggi derivanti dall’oggetto della delibera. Così come resta per me incomprensibile e strana l’aggiudicazione dell’asta alla CST Srl e non alla Cooperativa, che ,rappresentata dal suo presidente Luciano Di Marzio, concorreva alla gara”.
La Cna, altra concorrente alla gara d’asta, si sarebbe fermata, a detta di D’Ignazio, a 250mila euro ed avrebbe dichiarato che il mandato ricevuto dal cda della sua organizzazione era esaurito e non gli consentiva di andare oltre nelle offerte.
“Il rilancio proposto e vinto dalla Cst Srl” continua D’Ignazio “è, a mio avviso, da ritenersi quantomeno superfluo, dannoso ed inopportuno. Non era da ritenersi solo strategica la presenza della CST Srl, quale terzo partecipante, finalizzata allo scopo di garantire alla Cooperativa della Confartigianato la titolarità della sua sede storica?”
D’Ignazio si domanda “per quale motivo non sia intervenuto il presidente Di Marzio presso il suo delegato avvocato Cimbali onde evitare questi ulteriori aggravi economici per la Cooperativa. Poi, dopo, oltre al danno anche la beffa. Infatti altri capitali verranno impegnati dalle stesse organizzazioni artigiane per il riacquisto intero o parziale (per le quote detenute dal Di Marzio) del diritto di proprietà della sede stessa. Anche lei converrà con me che simili comportamenti non vanno verso lo spirito e le indicazioni contenute nella sua legge regionale”.
D’Ignazio chiede all’assessore Castiglione di “porre in essere urgentemente tutti i mezzi che la legge mette a sua disposizione, quale rappresentante regionale della politica artigiana, al fine di interrompere detti comportamenti, che minano la esistenza stessa di questo comparto artigiano. Le chiedo questo a nome dei soci presenti e passati che si sono visti costretti ad affrontare enormi spese legali per rispondere alle accuse fatte a loro dal Di Marzio per difendere i propri diritti. E’ giusto che lo stesso Luciano Di Marzio possa amministrare la Cooperativa Artigiana di Garanzia, l’associazione di Artigiani, Upa Confartigianato, il Centro Servizi Artigiani, la Tv Confartigianato (creata con l’uso di capitali della Cooperativa e dell’Upa Confartigianato ) e che della stessa si auto nomini direttore responsabile e la Fra con la carica di vice presidente? E’ compatibile Luciano Di Marzio, professore di ruolo presso la scuola media Zippilli di Teramo, con il concorso per titoli dal settembre 2009, con le cariche su elencate che comportano anche onere della gestione del personale?”.