Alba Adriatica. Bloccata la confisca degli immobili di proprietà del clan Spinelli. Il Tribunale di Teramo ha, infatti ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Fedele Ferrara e Tiziano Rossoli.
Per i giudici, insomma, i beni non sono frutto di attività illecite bensì di lavoretti saltuari che venivano compiuti dai rom ma anche di pensioni e di rimborsi a seguito di incidenti stradali. La vicenda comincia nel 2013 quando il Tribunale sequestra preventivamente i beni sulla base di una direttiva nazionale applicata dalla Questura di Teramo. I sigilli vengono apposti ad un immobile di 8 vani, ad un altro di 7 situato a Martinsicuro, ad un appartamento ad Alba Adriatica, a 4 autovetture di grossa cilindrata e a 15 rapporti finanziari tra conti correnti e depositi postali. Un quadro indiziario insufficiente, però, ha convinto oggi i giudici a non reiterare il sequestro.
Per quanto riguarda le operazioni immobiliari, in pratica i rom usavano soldi investiti in altre situazioni e li spostavano nell’acquisto di altri beni o case. Sulle vetture i giudici ribadiscono che si tratta di auto di vecchia immatricolazione e di valore non alto. Infine sui conti correnti erano presenti 8mila euro totali. Tanto è bastato, grazie al ricorso dei legali, per accogliere la richiesta di togliere i sigilli a case, auto e conti corrente. Per i giudici, dunque, non si ravviano sproporzioni tra il patrimonio oggetto del sequestro (controvalore circa 2 milioni di euro) e i redditi dichiarati, tali da far ritenere che lo stesso sia di provenienza illecita.