Alla base del gesto, poi confessato dallo stesso operaio nel momento in cui gli agenti della squadra mobile sono andati a casa a prelevarlo, sembrano esserci la rabbia e la delusione accumulate dal 49enne per delle vecchie cause, discusse nel tribunale marchigiano, che avevano avuto un esito diverso da quello sperato. La rabbia accumulata, avrebbe spinto l’uomo poco più di un mese fa a prendersi una sorta di rivincita. L’operaio, infatti, ha raggiunto la stazione di servizio Conero Est, sulla A14, ad Ancona, e da una cabina telefonica di nuova generazione ha spedito un fax alla questura di Ascoli con un contenuto chiaro: “ nell’ala est del tribunale c’è una bomba che scoppierà alle 14 in punto”. Gli agenti del commissariato di Ascoli, il fax era arrivato alle 13, hanno dapprima fatto evacuare il palazzo di giustizia, poi lo hanno controllato in maniera scrupolosa (compresa l’ala est), senza trovare nessuna traccia della bomba. Ovviamente, si trattava di un gesto di qualche buontempone, ma gli inquirenti, diretti dal capo della Digos di Ascoli, Ciro Re, hanno voluto andare fino in fondo alla vicenda. Alcuni particolari sono risultati determinanti nella soluzione del caso. In primis la cabina telefonica di nuova generazione, che consente di inviare in maniera anonima del fax, digitando sulla tastiera degli sms e che funziona anche con schede prepagate. Una volta individuata la cabina telefonica sono state anche controllate le telecamere in uso alla stazione di servizio, ed hanno individuato sia l’uomo che ha spedito il falso allarme bomba, che la targa della vettura. A quel punto, si è chiuso il cerchio attorno all’operaio, che è stato identificato e deunciato.