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No alla petrolizzazione. Vertice a Pineto contro le scelte del Governo.

Pineto. Le associazioni ambientaliste, i cittadini stessi e gli enti locali chiederanno al Governo centrale di partecipare al tavolo tecnico che dovrà discutere dell’opportunità di rilasciare o meno le autorizzazioni per la perforazione in mare o sulla terra ferma per l’estrazione di idrocarburi in Abruzzo. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro che si è tenuto a Villa Filiani di Pineto, convocato dal Sindaco Luciano Monticelli, per parlare delle strategie da adottare contro la petrolizzazione della Regione. Presenti i rappresentanti di tutte le associazioni ambientaliste impegnate in questa battaglia, gli amministratori di alcune città abruzzesi quali Francavilla, Città Sant’Angelo, Roseto, Giulianova, Chieti, della Provincia di Chieti. Assenti quelli della Provincia di Teramo, seppur invitati all’incontro. Presente anche il consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini. Tra i relatori l’ingegner Tommaso Giambuzzi (foto in basso a sinistra), che ha illustrato nei particolari l’entità del progetto di petrolizzazione abruzzese, e il professor Enzo Di Salvatore, docente del Diritto Costituzionale dell’Università degli Studi di Teramo. Ed è stato proprio il professor Di Salvatore (foto a destra), che conosce molto bene la materia, ad aprire uno spiraglio per fare in modo che la società civile possa dire la sua a proposito del rischio perforazioni nella Regione.

“Le associazioni ambientaliste e i cittadini”, ha spiegato il docente universitario, “possono chiedere di partecipare ai vertici del Governo a proposito delle decisioni sul rilascio delle autorizzazioni per l’estrazione di idrocarburi. Il Diritto Comunitario e il Diritto Internazionale, che poi governano in modo peculiare la materia che ci riguarda da vicino, consentono ai cittadini e alle associazioni stesse di potersi esprimere. E il parere non sarebbe né di circostanza, né di facciata ma assumerebbe pieno valore in termini di pronunciamento da parte dell’organo competente, anche se non vincolante. In sostanza, si dovrà tener conto della voce del popolo”.

Nei prossimi giorni verranno presentati gli atti da parte delle associazioni che costituiranno un unico gruppo contro la petrolizzazione in modo tale da nominare i rappresentanti che poi dovranno partecipare alle riunioni che il Governo di Roma deciderà di convocare sulle questioni legate alla coltivazione e all’estrazione degli idrocarburi in Abruzzo. E fin d’ora è facile supporre che il pronunciamento sul rilascio delle autorizzazioni sarà assolutamente negativo.

Per il consigliere regionale Claudio Ruffini si tratta di una battaglia lunga che è solo agli inizi e che dovrà coinvolgere gli abruzzesi organizzando riunioni sul territorio regionale. Inoltre dovranno essere chiamati in causa sempre più direttamente gli enti locali. In Abruzzo attualmente esistono complessivamente circa 100 punti di estrazione (gas metano), tra piattaforme al largo e pozzi sulla terra ferma. In caso di via libera al progetto di petrolizzazione, il numero dei punti di estrazione raddoppierebbe e verrebbe interessato circa il 70 per cento del territorio regionale. “Significherebbe”, ha sottolineato il Sindaco Monticelli, “distruggere un’intera regione, condannando per sempre i suoi abitanti. Ma noi non resteremo a guardare. Stiamo già muovendo i nostri passi contro chi vuole trasformare l’Abruzzo in una regione nera”.