Giulianova. “La Piccola Opera, struttura con oltre 150 dipendenti che esercita nel campo dei servizi sanitari di riabilitazione per conto della Regione Abruzzo, ha attivato le procedure di licenziamento collettivo per 40 lavoratori. Tali esuberi sarebbero conseguenza delle riforme sanitarie operate dalla Regione Abruzzo sulla rete regionale dei servizi territoriali”.
Lo hanno dichiarato Carmine Ranieri (FP CGIL), Alberico Maccioni (FP CISL) e Giuseppe De Angelis (UIL FP), ricordando che “al fine di scongiurare i licenziamenti era intervenuto, il 17 gennaio 2015, direttamente il Presidente della Regione Abruzzo e Commissario ad Acta per la Sanita, Luciano D’Alfonso, il quale, recatosi in visita alla struttura alla presenza del Mons. Michele Seccia e del Sindaco di Giulianova Mastromauro, aveva proposto alla Fondazione di avviare una nuova attività nello stabile a Villa Volpe di proprietà della Fondazione, dove aprire una RSA (Residenza Sanitaria Assistita), oppure un RADA (struttura assistenziale per disabili più anziani) che avrebbe permesso di riassorbire il personale in esubero. Con l’approvazione del Decreto n. 38 del Presidente della Regione Abruzzo in qualità di Commissario ad Acta, del 1 aprile 2015, la Regione ha mantenuto gli impegni assegnando alla Piccola Opera Charitas 261 posti letto nell’area disabilità e riabilitazione e 20 posti letto nell’area anziani e demenze. Nonostante ciò, la Piccola Opera Caritas non ha voluto ritirare i licenziamenti previsti e non essendo stato raggiunto nessun accordo con i sindacati, il tavolo di trattativa si é spostato presso l’Assessorato al Lavoro della Regione Abruzzo. Domani alle ore 11 è prevista una riunionen ella sede della Regione in Viale Bovio a Pescara”.
I sindacati criticano fortemente l’atteggiamento della Fondazione la quale, nonostante l’accoglimento del piano di riconversione che essa stessa aveva presentato in Regione, ha deciso di non retrocedere dai licenziamenti.
Allo stesso tempo i sindacati chiedono al Presidente D’alfonso di farsi parte attiva nello scongiurare i licenziamenti chiedendo alla Fondazione di onorare gli impegni presi. Si chiede altresì alla Regione di verificare attentamente gli standards di personale delle strutture, affinché le stesse assicurino una assistenza adeguata ai pazienti ricoverati e non si consentano licenziamenti facili.
“L’applicazione degli standards di personale e la possibilità per le strutture già operanti, di riqualificare il personale eccedentario entro un periodo di tempo adeguato potrebbe evitare i licenziamenti. La Regione deve tener conto che la vicenda della Piccola Opera Charitas potrebbe essere solo l’inizio di una escalation di licenziamenti nella sanità privata conseguente alla riorganizzazione della sanità abruzzese. Anche questa volta si rischia che a pagare saranno come al solito i lavoratori ed i cittadini. Eppure tutto ciò potrebbe essere evitato”, concludono i tre sindacalisti.