Teramo, per il direttore generale della Asl il futuro è nelle specializzazioni

“Credo che invece che continuare a guardare al passato, sia necessario cominciare a programmare il futuro con le risorse che abbiamo”. Il direttore generale della Asl di Teramo, Roberto Fagnano, commenta così la votazione del Consiglio regionale di ieri che ha approvato la risoluzione presentata dalle opposizioni, con la votazione di alcuni rappresentanti della maggioranza, contro la chiusura dei punti nascita negli ospedali di Sulmona, Ortona, Penne e Atri.

E mentre in tanti esultano per il risultato ottenuto, nel prendere atto della decisione del Consiglio, per Fagnano nulla cambia nella sostanza, visto che il decreto del commissato ad acta della sanità, nonché presidente della giunta regionale Luciano D’Alfonso, continua ad essere valido e dunque operativo.

“Credo sia impensabile continuare a garantire la stessa offerta sanitaria nelle nostre strutture perchè non abbiamo le risorse necessarie per mantenere inalterati i servizi”, commenta Fagnano che invita, invece, a guardare avanti, puntando ad una seria riorganizzazione che possa rispondere davvero alle esigenze dei cittadini. Senza contare i possibili stravolgimenti che potrebbero essere introdotti con il decreto Balduzzi che andrà a modificare profondamente il sistema sanitario, basando i nuovi parametri sul numero di abitanti per unità operative, di cui però nessuno parla.

“Non possiamo pensare di continuare a mantenere tutto di tutto”, continua Fagnano, che ricorda come la decisione di avviare una riduzione del percorso nascite sia stato approvato nel 2010 grazie ad un accordo Stato-Regioni, “per questo diventa indispensabile attuare una programmazione sanitaria basata sulle specializzazioni, secondo le vocazioni dei singoli ospedali. Non si può pensare, ad esempio, di voler fare per forza la chirurgia quando mancano delle strutture essenziali come le riabilitazioni di tutti i tipi”.

Inoltre Fagnano sottolinea che spesso, quando si è di fronte a malattie che richiedono un’alta specializzazione, ci si rivolge con più fiducia alle strutture settentrionali, senza pensare che, per arrivare a quei livelli, in diverse regioni del Nord il percorso di ottimizzazione e qualificazione è stato già compiuto.

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