A confrontarsi con il ministro sulle tematiche giovanili, un altro giovane rappresentante della politica, questa volta locale, l’assessore regionale Paolo Gatti. Moderatore del dibattito, il giornalista della Rai Abruzzo, Nino Germano, il quale ha posto alcune domande ai due ospiti, spaziando dai temi del lavoro, alla famiglia e all’ambiente.
“Le giovani generazioni non sono quelle che raccontano i mezzi di informazione” ha esordito la Meloni “sono diverse dagli stereotipi della nostra società. Credono nei valori, sono impegnati nel sociale, fanno volontariato, si spendono nella militanza politica”. E rispondendo alla provocazione lanciata qualche giorno fa dal “collega” ministro Renato Brunetta (si dovrebbe fare una legge che obblighi i ragazzi ad andar via di casa a 18 anni, ndr), Giorgia Meloni lancia una contro-provocazione: “gli ho risposto che se paga lui, i ragazzi escono anche senza legge! Il problema è che i giovani restano a casa fino a 30-35 anni perché non hanno un futuro, un’alternativa. Ed è su questo che si deve lavorare”.
Parlando poi delle specificità del suo Ministero, la Meloni ha spiegato subito i motivi che l’hanno spinta a sostituire quelle “politiche giovanili” con il termine “gioventù”.
“Non credo affatto nelle politiche giovanili, che considero pura demagogia. Penso tuttavia che le politiche di un governo, tutte e di qualsiasi genere, debbano rivolgersi all’intero Paese. Veniamo da decenni di politica che si è preoccupata semplicemente dei risultati immediati, senza pensare al futuro. Io credo, invece, che la mission del mio Ministero sia quella di dimostrare a tutti i ministri quali potrebbero essere gli effetti delle loro decisioni attuali sulle generazioni future”.
Un’aspirazione che poi, inevitabilmente, va a braccetto con la raccomandazione.
“Ma è finita l’era delle raccomandazioni” è il commento del ministro Meloni. “Oggi deve vincere chi è in grado di mettersi in discussione. I giovani non chiedono scorciatoie, ma solo meritocrazia, un termine molto abusato in Italia. Bisogna creare le condizioni giuste per far si che siano tutti sulla stessa linea di partenza. Questa è la più grande sfida. Da cui dipende tutto il resto”.
Marina Serra