La vicenda del cantiere Baroni di Roseto è giunta al capolinea. In mattinata i vigili urbani e una pattuglia dei carabinieri si sono presentati nel capannone per acquisire l’intera area su cui è stata realizzata l’attività, circa 40 anni fa, considerata però abusiva secondo i vari gradi di giudizio. Il titolare, Giovanni Baroni, aveva ricevuto nello scorso autunno la lettera del Comune che annunciava la presa di possesso dei capannoni per poi procedere alla loro demolizione, in virtù di sentenze che danno ragione al Comune circa la costruzione abusiva degli stabilimento all’interno dei quali negli anni sono state costruite delle imbarcazioni.
L’imprenditore è rimasto chiuso nei suoi locali per tutta la mattinata, accennando anche a dei malesseri. Tant’è che sul posto si è portata anche un’ambulanza del 118 pronta ad intervenire.
La situazione, piuttosto delicata, è stata affrontata anche dal sindaco Enio Pavone, dall’assessore Fabrizio Fornaciari, dal capogruppo del Pdl Antonio Norante che andati sul posto e hanno avuto anche un colloquio con Giovanni Baroni per convincerlo ad abbandonare le strutture, evitando quindi il ricorso alla forza pubblica. Gli agenti municipali hanno dovuto redigere un lungo verbale, notificando tutti gli atti prodotti che danno ragione all’Ente.
Il cantiere si trova nella zona sud di Roseto, a ridosso del porticciolo turistico, quindi a poche decine di metri dalla foce del fiume Vomano. La presenza dei capannoni avrebbe impedito nel tempo una serie di interventi riguardanti soprattutto la messa in sicurezza di quest’area.
Nel 2011 la condanna di fatto definitiva della struttura dopo che la Regione elaborò un progetto che teneva conto di una nuova sistemazione dell’argine nord del Vomano che venne ridisegnato per far fronte al rischio esondazione. Il progetto prevedeva la sistemazione del nuovo alveo proprio all’altezza del sito del cantiere.
L’imprenditore rosetano ha sempre contestato l’intervento, annunciando persino un risarcimento danni per delle commesse perdute. Ha tentato sino all’ultimo di salvare i capannoni. Ma alla fine si è dovuto arrendere. A carico del Comune ora tutte le opere di demolizione dei fabbricati ritenuti abusivi.