Un rivoluzionario della comunicazione: Marco Pannella, nuovo Dottore dell’Università di Teramo

Una sala gremita ha accolto questa mattina, nell’Aula magna dell’Università di Teramo, con una standing ovation, l’ingresso del neodottore Marco Pannella che ha ricevuto la Laurea honoris causa in Comunicaione. Visibilmente emozionato per l’affetto della sua città e per la vicinanza di tanti, politici e non, che hanno voluto partecipare con lui alla cerimonia, il fondatore del Partito Radicale e della omonima radio, non ha smentito le aspettative, presentandosi in maniera anticonformista, accogliendo con riconoscenza anche il messaggio pervenutogli dall’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Da Franco Marini a Nduccio, da Tommaso Ginoble a Maurizio Brucchi, sono stati in tante le personalità politiche abruzzesi presenti nell’Ateneo teramano.

“Marco Pannella ha cambiato il modo di fare comunicazione” ha detto il Rettore Luciano D’Amico nel suo saluto, “aprendo le porte ad una nuova metodologia, soprattutto nel mondo politico. Questo riconoscimento era un atto dovuto a chi ha saputo inventare un nuovo linguaggio, un nuovo modo di fare pilitica, evolvendosi sempre, con risultati e meriti evidenti. Non per questo, infatti, abbiamo subito avuto la piena adesione del ministro Giannini alla richiesta del nostro senato accademico di proporre questo riconoscimento”. Altro elemento fondamentale dell’attività politica di Pannella che il rettore ha voluto evidenziare è stato l’impegno totale mostrato nel condurre per una vita tante battaglie civili, dal divorzio e l’aborto, alla legalizzazione delle droghe leggere, alla scelta dell’eutanasia, dall’abolizione del finanziamento ai partiti a quella della pena di morte. “Pannella ha dimostrato una capacità unica nel donarsi senza remore per affrontare le lotte in cui credeva” ha continuato il rettore che, rivolgendosi agli studenti, li ha invitati ad imitarlo nel “distruggere, per costruire un nuovo modello”.

Molto commovente il momento di ricordo per Luca Coscioni, collaboratore stretto del Partito Radicale, che ha lottato fino alla fine per la libertà della ricerca scientifica, morto per a causa della Sla.

“Pannella ha saputo mostrare, senza vittimismo, la sofferenza in modo dignitoso”, ha sostenuto Stefano Traini, preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione nella sua Laudatio, “incarnando quella laicità scientifica che è contro l’accanimento terapeutico e a favore di una libera eutanasia”. Ha parlato, invece della particolare “teatralità politica” lo storico Francesco Benigno, ricordando gli scioperi della fame e della sete, gli interventi anticonformisti nelle tribune politiche, le azioni “rivoluzionarie e ribelli”, aggiungendo anche, citando Roberto Gervasio che, “se Pannella avesse frequentato un po’ di più Cinecittà e un po’ meno Piazza Navona, avremmo avuto un divo in più e un leader in meno”. Senza dimenticare il suo modo di saper “chiamare la gente contro i partiti”, “amato e odiato”, “considerato un oracolo civico” e anticipando in qualche maniera, quello che solo diverso tempo dopo sarebbe accaduto con il fenomeno Grillo.

Presente anche l’ex sottosegretario Gianni Letta che, nel suo intervento, si è dichiarato orgoglioso per questo riconoscimento “non solo come abruzzese ma come cittadino italiano” e ha voluto ricordare l’amicizia con Pannella, nonostante la lontananza per le idee politiche, riconoscendogli il valore della sua testimonianza per le cose in cui crede, la pratica della “non violenza gandhiana” e il suo impegno per i detenuti e contro la pena di morte con l’associazione “Nessuno tocchi Caino”.tessera pannella

La lettera di Prospettiva Comune a Marco Pannella

Caro Marco,
la città che oggi ti celebra è la stessa che non è ancora riuscita ad emanciparsi dalle proprie secolari consuetudini antropologiche e sociali.
Rappresentata, governata e amministrata dalle stesse dinamiche culturali del basso medioevo.
L’esperienza che ti scrive è tra le più classiche e probabilmente banali che una piccola realtà può realizzare: un’associazione di studenti universitari, giovani precari e disoccupati che unendosi hanno deciso di condividere un luogo fisico, non solo ideale, per nutrire un territorio quanto mai digiuno di esperienze di respiro nazionale.
L’associazione è il circolo Arci “Officine Indipendenti” di Teramo che hai conosciuto personalmente tesserandoti in una piacevole visita pomeridiana il 24 giungno del 2013
Nel corso del 2014 siamo stati raggiunti da due ordinanze sindacali di chiusura per disturbo della quiete pubblica e turbamento del decoro urbano dove le rilevazioni dell’Arta, di cui l’ultima svolta ad ottobre a finestre aperte dalla stessa abitazione della prima, nutrita dalla partecipazione di tre pattuglie della polizia, è stata impugnata davanti al tribunale amministrativo regionale ottenendo una sospensione immediata motivata “dal carattere eccessivamente repressivo che non tiene conto delle attività culturali che si ospitano all’interno dello spazio”.
Una città, ma più in generale un terriotrio quello teramano, senza spazi pubblici o idonei per lo sviluppo di pratiche di promozione culturale fuori dalle logiche istituzionali, sintomo della non volontà di uscire dall’unica impresa concepibile: quella dedita alla cementificazione del territorio.
Una associazione, la nostra, che non si è limitata a creare momenti sociali collettivi ( ma che non si è voluta conformare ad una rappresentanza plastica d’una politica comunale sempre uguale a se stessa, contraddistinta dalla paura di qualsiasi mutamento) ed ha costruito nell’ultima campagna elettorale una lista civica dal nome “Prospettiva Comune”, libera ma non per questo apolitica, non certo civetta come tante altre.
L’Ateneo che oggi ti ospita è ancora oggetto di assurde dissertazioni relative all’urbanizzazione di un Campus realizzato in un quartiere senza servizi e improvvisato, che in tempi di crisi, quindi anche di nuove opportunità, come quelli che viviamo, fa tornare quanto mai moderno il dibattito sul recupero dell’ex ospedale psichiatrico che nessuno in campagna elettorale ha avuto il coraggio di riproporre come invece abbiamo fatto noi.
Una politica della città, specie all’opposizione, sorda, cieca e incapace di una alternativa sostanziale e non estetica della città futura da costruire proprio a partire dai soggeti sociali presenti nel territorio.
Ti disturbiamo rinnovandoti l’invito ad acquisire la tessera 2015 e con ciò ti diamo conoscenza dei 4 mesi, ad oggi, che attendiamo una risposta del Sindaco per un incontro, per un confronto dedito alla ricerca di politiche giovanili che possano rappresentare delle nuove pratiche di cittadinanza, mossi dalla convinzione che la qualità del tempo liberato in società così complesse o forse così tribali, mosse dall’edonismo neofascista descritto da Pasolini e dal consumismo, sia una battaglia necessaria e degna di essere intrapresa.
Le ordinanze di chiusura non risolvono i problemi dei residenti e dei promotori ma tentano di nascondere le responsabilità di una politica debole e distratta che nell’estremizzazione tenta di istituzionalizzare l’ingiustizia.
Conoscendoti come una persona sempre dalla parte giusta, in direzione ostinata e contraria con immutata stima

Prospettiva Comune

D’Alfonso: ‘una serie di riconoscenze per Marco Pannella’

A Marco Pannella “gli dobbiamo una serie di riconoscenze”. Cosi’ il presidente della regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, nel suo intervento all’Universita’ di Teramo in occasione della consegna della Laurea honoris causa in Comunicazione al leader radicale. “Lui – ha spiegato il governatore – e’ stato innovativo e innovatore, dal punto di vista della soggettivita’ politica e dell’oggettivita’ politica. Sul piano della soggettivita’ politica, in particolare, ha introdotto la comunicazione starei per dire corporale, quando cioe’ lui ha dato luogo alla comparsa all’interno di quelle quadrature comunicative che erano le tribune politiche. Ha fatto si’ che avesse ingresso il proprio corpo come soggetto e oggetto della comunicazione. L’imbavagliamento, per esempio. Una scelta di temi laterali al dibattito politico. A lui – ha aggiunto D’Alfonso – dobbiamo l’ingresso nell’agenda politica italiana dei diritti civili. Che cos’e’ la laicita’”, – si e’ quindi chiesto il presidente. “Non e’ semplicemente un allontanamento dalla fede o un distinguersi dalla fede ma e’ invece la capacita’ di distinguere i temi, di dare dimensione ai temi, di collocarli nella loro individualita’. Questo e’ quello che ha saputo fare Marco Pannella quando ha saputo introdurre nell’agenda del dibattito politico nazionale la grandezza, ancorche’ scavalcata, dei temi dei diritti civili. A lui dobbiamo, per esempio, il superamento delle categorie tradizionali del dibattito politico quanto alla dimensione diciamo spaziale. Con lui entra in crisi la coppia tematica destra e sinistra. Non era piu’ la coppia tematica che esauriva le dimensioni materiali del dibattito politico. Si puo’ definire Pannella di destra?. No. Lo si puo’ definire di sinistra?. No. C’e’ bisogno di un’altra categoria”.

 

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