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Giulianova, pescato un esemplare raro di granchio

Dopo il granchio blu del mare di Bering, l’Adriatico regala un’altra sorpresa. In mattinata Walter Squeo, pescatore di Giulianova, vice presidente del Consorzio delle Vongolare e segretario regionale di Federpesca, ha trovato nei cestini per la pesca delle lumachine un esemplare piuttosto grande di un granchio, forse della specie “granciporro”.

Carapace liscio e ovale, quasi a forma di ventaglio, con due enormi chele che potrebbero spezzare l’osso di un dito. E’ raro trovarli nel Mediterraneo, figuriamoci nell’Adriatico. Può arrivare a pesare anche 3 chili con un’ampiezza del carapace anche di 30 centimetri.

Il suo habitat naturale è l’oceano Atlatico, dove vive ad una profondità massima di un centinaio di metri. Inizialmente si pensava ad un granchio calappa che però presenta una struttura simile ma diversa. Inoltre, a differenza del granciporro, il suo cugino più stretto, il calappa, ha un carapace con delle vistose macchie rosse, assenti nel crostaceo pescato da Squeo.

“E’ chiaro che quando ho visto questo granchio sono rimasto stupito”, ha detto Squeo, “perché in tutti questi anni di attività in mare non mi è capitato mai di pescarne uno, né con le reti, né con le altre attrezzature, a conferma che si tratta di un crostaceo che non è presente nel mare Adriatico. O meglio, non si trova in grandi quantità. E’ piuttosto raro vederne uno. Una cosa comunque è certa, il nostro Adriatico Centrale si sta arricchendo sempre più di granchi e pesci mai incontrati prima”. E’ stato catturato, a circa un miglio e mezzo dalla costa, tra Giulianova e Cologna Spiaggia.

Non sempre però la presenza di specie alloctone, cioè non presenti in un determinato ambiente naturale ma migranti (differenti quindi dalle specie autoctone) può rappresentare un bene. Anzi, spesso sono un danno perché vanno a creare uno squilibrio nell’ecosistema in cui viene immesso. Un po’ come il gambero della Luisiana che è stato impiantato nei nostri corsi d’acqua ed ora sta prendendo il sopravvento sull’altra specie autoctona, creando problemi all’ecosistema delle acque dolci locali.

E’ probabile che il granciporro sia arrivato in Adriatico trasportato da qualche peschereccio o nave. “Il nostro Adriatico”, ha concluso Squeo, “ha comunque delle peculiarità interessanti, come salinità e temperatura che ora attirano altre specie. Spero che gli ambientalisti tengano conto di questo e facciano qualcosa per impedire che i fiumi, che scaricano in mare, trasportino sostanze inquinanti”.

Della cattura del crostaceo è stato informato il malacologo locale Dante Di Pompeo che parlerà della presenza nel nostro mare di nuove specie ittiche in occasione di un convegno in programma al Cinema moderno il 19 febbraio alle 21.