Si è tenuta a Pescara la riunione in Regione alla presenza dell’assessore regionale Pietro Quaresimale, dell’assessore comunale Gilberto Petrucci, della direzione aziendale di Brioni rappresentata da Petrucci, Paparelli e Quattrone e le Organizzazioni sindacali territoriali rappresentate da Debora Del Fiacco (Uil), Antonio Perseo (Cgil) e Leonardo D’Addazio (Cisl).
Come comunicato dalle organizzazioni sindacali “L’azienda conferma che, in considerazione della scarsa adesione al percorso di ammortizzatori sociali che prevede cassa integrazione fino ad ottobre 2022 e a seguire 24 mesi di Naspi accompagnato da un incentivo all’esodo, dei lavoratori tutti di Roman Style ed in particolare dei reparti di maglieria e camiceria, ha sentito la necessità negli ultimi giorni di agosto di sollecitare i lavoratori dei suddetti reparti per aderire al percorso di fuoriuscita dall’azienda. Ha inoltre specificato che i reparti di camiceria avranno lavoro fino a dicembre, dichiarandone la loro chiusura”.
Le organizzazioni sindacali dal loro canto, chiedono di “non chiudere i reparti di camiceria e di maglieria, e dichiarano che non firmeranno mai una mobilità forzata, proponendo strumenti alternativi da utilizzare anche dopo l’ottobre del 2022, come il contratto di solidarietà per evitare non a chiacchiere, ma a fatti, l’impatto sociale. Le parti al momento sono molto distanti e le organizzazioni sindacali, non escludono ulteriori manifestazioni di protesta. Nei prossimi giorni, e nelle prossime settimane, continueremo a coinvolgere istituzioni e organizzazioni sindacali locali, regionali e nazionali, e metteremo all’attenzione dei media locali, regionali e nazionali, su tutta la vertenza di Brioni”.
“Si tratta di una vertenza difficile e questo lo sapevamo – ha detto in chiusura l’assessore Quaresimale -, ma è anche vero che vedo margini di intervento soprattutto nella prospettiva di evitare la procedura di licenziamento collettivo che potrebbe interessare il numero dei lavoratori in esubero annunciato dall’azienda. L’obiettivo, di fronte ad un piano industriale che prevede la riduzione dei volumi produttivi, è cercare misure alternative al licenziamento per i lavoratori di uscita dall’azienda in modo da evitare pesanti impatti sociali su un territorio in difficoltà. Senza dubbio è da sottolineare la disponibilità di azienda e sindacati di confrontarsi evitando in questo pericolose rotture che andrebbero a detrimento dei lavoratori”.
“La Regione – ha concluso Quaresimale – è pronta a fare la sua parte, sia a livello istituzionale come garante del confronto tra le parti, sia come soggetto attivo per eventuali misure concrete che possano ridurre il numero dei lavoratori in esubero”