“Nei pazienti entrati nello studio – riferisce il direttore dell’Oncologia Carlo Garufi – la somministrazione del farmaco Olaparib è stata in grado di dimezzare il tempo di progressione della malattia, pertanto, lo studio delle mutazioni BRCA diventerà un test da utilizzare di routine in questa categoria di ammalati”.
“Questa esperienza – aggiunge – dimostra che gli ospedali pubblici possono e devono fare ricerca ai massimi livelli e che, solo attraverso la ricerca clinica controllata, si ottengono risultati clinici che possono essere trasferiti nella pratica clinica quotidiana”.