Le truffe agli anziani in Abruzzo sono ormai sviluppare e il blitz dei carabinieri di questa mattina ha permesso di sgominare una banda. I dettagli
Negli ultimi mesi i raggiri agli anziani sono diventati sempre più frequenti tanto che la Procura di Pescara ha deciso di iniziare una indagine per cercare di ricostruire meglio quanto successo e risalire ai responsabili. Il tutto è iniziato oltre un anno quando una vittima ha denunciato di essere stato raggirato con la consueta scusa del falso familiare.
Una denuncia che ha portato la Procura ad aprire un’indagine con l’obiettivo di ricostruire l’accaduto e dare delle risposte importanti agli stessi cittadini. E in queste ultime ore i carabinieri hanno sgominato una banda. Una persona è finita in manette mentre altre sei denunciate. Si tratta di cittadini tutti residenti fra Napoli e Caserta dove c’era la base, ma i truffatori agivano su base nazionale. Ora l’inchiesta proseguirà per chiarire meglio altri punti e capire meglio eventuali altri coinvolti.
Il modus operandi della banda era sempre il solito. Prima venivano contattati gli anziani con la scusa del falso militare oppure del falso familiare e poi chiedevano i soldi. L’anziano, da cui è partita l’indagine, aveva dato una cifra di 997 per l’acquisto di un telefonino non vero. Il denaro incassato, secondo quanto evidenziato dalle stesse indagini, veniva poi utilizzato per l’entrata in possesso di bitcoin.
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L’indagine è stata portata avanti dalla Procura di Pescara e durante questa inchiesta sono venute fuori transazioni bancarie con causali false. L’arresto della persona coinvolta in queste raggiri e gli altri sei denunciati è un duro colpo e la conferma di come la banda è stata praticamente sgominata. Ora, comunque, gli approfondimenti continueranno per cercare di ricostruire eventuali altri vittime.
Le truffe agli anziani sono forse il raggiro più diffuso in questi ultimi anni. Si tratta, come spiegato in precedenza, di un modus operandi ormai davvero conosciuto con la possibilità di agganciare le vittime tramite anche una semplice telefonata. Il consiglio da parte dei militari è sempre quello di avvisarli al minimo sospetto e non dare subito i soldi richiesti.