Pescara. L’assunzione di alcol sul posto da parte della donna di 39 anni violentata sabato pomeriggio nei pressi della stazione di Pescara, da un senegalese di 61 anni – poi arrestato – avrebbe provocato lo stordimento della stessa, anche a causa di un effetto combinato con i medicinali che assume abitualmente.
E’ quanto emerge dalle indagini della polizia che sta ricostruendo in maniera minuziosa, anche con l’ausilio di alcune testimonianze e filmati di telecamere, quanto accaduto. Come già appurato precedentemente dagli uomini diretti dal capo della Squadra Mobile di Pescara Dante Cosentino, la 39enne era arrivata in zona stazione per aspettare la sorella di ritorno da Roma. Proprio nei pressi del terminal bus la donna, mentre aspettava già da un po’ la congiunta ha conosciuto il suo aguzzino.
Sempre secondo le prime risultanze investigative, l’uomo e la donna avevano bevuto del vino che, per la vittima, già alle prese con alcune problematiche di salute che la costringevano ad assumere farmaci, avrebbe fatto effetto, portandola ad uno stato di intontimento, prima di essere violentata. Quando gli agenti e i soccorritori sono arrivati sul posto, la 39enne era in stato confusionale.
Portata in ospedale per accertamenti, sul corpo i sanitari hanno notato anche delle abrasioni che potrebbero essere compatibili con la violenza subita. La donna ascoltata poi successivamente dagli inquirenti, ai quali ha sporto querela per l’accaduto, ha detto di ricordare poco, parlando però di un contatto con l’uomo. Nei prossimi giorni saranno resi noti i risultati degli esami, come previsto dal protocollo anti violenza, a cui la 39enne è stata sottoposta.
“Sapevamo che aveva avuto problemi per via di questioni familiari e che era alcolista”, lo afferma Patrick Guobadia, sindacalista senegalese, Responsabile Regionale Immigrazione della Cgil Abruzzo parlando a nome dell’intera della numerosa comunità senegalese presente in città, in merito al 61enne connazionale arrestato per violenza sessuale. “La comunità senegalese è sotto shock”, riferisce Guobadia, “ma dice che questo non può essere stato perché conoscono abbastanza bene questa persona. Loro conoscono lo stato di questa persona e non la ritengono in grado di fare una cosa del genere. Secondo la comunità senegalese potrebbe essere stata una lite e non una violenza sessuale”.
“Credo che tutta questa storia”, conclude il sindacalista, “parlando anche del problema immigrazione con alcuni termini usati non in modo appropriato non facciano bene e non aiutino. In queste ore si sta facendo una caccia alle streghe. Ho anche saputo che la comunità senegalese sta pensando e valutando anche eventuali iniziative”.