L’Unità Operativa Complessa (UOC) di Reumatologia del Presidio Ospedaliero di Pescara – diretta dal Dott. Marco Gabini – ha aderito alla Campagna Nazionale di sensibilizzazione sulla spondilite anchilosante “Mal di schiena. Quale?” che prevede lo svolgimento di visite reumatologiche gratuite nella giornata del 18 Ottobre 2018.
I pazienti che soffrono di questa patologia, possono accedere al consulto attraverso prenotazione al numero telefonico 345 1197337, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 15.00.
Il progetto “Mal di schiena. Quale?” coinvolge 8 strutture ospedaliere sul territorio nazionale in cui i reumatologi forniranno un corretto percorso terapeutico in grado di alleviare i sintomi ed evitarne la progressione verso forme invalidanti.
A differenza del mal di schiena meccanico, molto comune tra la popolazione, la spondilite anchilosante si manifesta come dolore lombare che compare in maniera graduale prima dei 40 anni di età (con una maggiore incidenza nella popolazione maschile), tende a migliorare con l’attività fisica e non si attenua durante le ore di riposo, provoca rigidità muscolare appena svegli, che perdura anche per 30 minuti circa dal risveglio. Nelle forme più gravi può causare l’irrigidimento della colonna vertebrale fino a provocare la fusione tra le vertebre con conseguente e significativa riduzione della mobilità.
La diagnosi è, spesso, difficile e prevede, in seguito ad una visita reumatologica, esami di laboratorio per verificare gli indici infiammatori ed esami di diagnostica strumentali.
“La spondilite anchilosante è la patologia cronica evolutiva che è gravata da un ritardo diagnostico assai rilevante: 7 – 8 anni. Colpisce i soggetti in età lavorativa e quindi determina costi sociali molto consistenti in ragione dell’invalidità che può generare. Sono disponibili attualmente farmaci innovativi che hanno migliorato in maniera sostanziale le manifestazioni cliniche della malattia, in cui al centro c’è la lombalgia cronica, e che controllano efficacemente il danno scheletrico. L’obiettivo primario è ora quello della “diagnosi precoce”, perché l’efficacia dei trattamenti è subordinata alla tempestività dell’intervento terapeutico”, ha spiegato il dottor Gabini.