Sentenza Rigopiano: “Nessuna responsabilità per il crollo”

Pescara. Nessuna prevedibilità degli eventi: è questo il fondamento chiave delle movitazioni della sentenza per il disastro di Rigoapiano.

“Non ci sono elementi per affermare che ci siano state responsabilità degli imputati in ordine al reato di cui al Capo 1 (Disastro Colposo) dovendosi dunque escludersi qualsivoglia collegamento causale tra la presunta condotta omissiva tenuta dagli imputati e il crollo dell’Hotel Rigopiano”: è il passaggio che spicca dalle quasi 300 pagine di motivazioni depositate dal Gup di Pescara, Gianluca Sarandrea, dopo la sentenza dello scorso 23 febbraio alla fine del processo di primo grado sulla tragedia del 18 gennaio del 2017

Secondo il giudice, “Non vi era alcun elemento, secondo il Gup, che consentiva di riscontrare una condizione di effettivo rischio valanghivo sull’area in questione; se ne deduce pertanto che debba escludersi che l’omissione degli imputati possa avere avuto alcuna incidenza causale con gli eventi che secondo le indicazioni riportate in rubrica hanno portato al crollo dell’Hotel e al decesso e alle lesioni delle persone presenti a vario titolo nell’albergo al momento dell’impatto della valanga”.

L’imprevedibilità della valanga, dunque, viene ribadita, secondo quanto riportato anche dalla perizia del pool incaricato dal Tribunale, gli esperti che non hanno potuto escludere oltre ogni ragionevole dubbio che la scossa di terremoto abbia influito sulla valanga che ha travolto il resort, causando 29 vittime.

Fattore che ha portato all’assoluzione di 24 sui 30 imputati. Rimangono, invece, le responsabilità per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, condannato a 2 anni ed 8 mesi per omessa evacuazione dell’Hotel, e per i due funzionari della Provincia di Pescara, D’Incecco e Di Blasio, condannati a 3 anni e 4 mesi per la gestione dell’emergenza sulle strade, non sgomberate dalla neve in modo da consentire ad ospiti e dipendenti dell’hotel Rigopiano di abbandonare la struttura ricettiva.

Ora partono i 45 giorni di tempo a disposizione della Procura di Pescara per presentare il ricorso in Appello.

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