San Valentino. Omaggio a Emidio Cesarone domani, martedì 5 marzo, alle ore 11:00 nella piazza a lui dedicata.
L’iniziativa, organizzata da Anpi provinciale di Pescara ‘Ettore Troilo’ e dalla sezione ValPescara vuole ricordare il partigiano Emidio Cesarone, fucilato dai fascisti il 5 marzo del 1945; con lui, persero la vita altri 10 partigiani. I loro corpi vennero portati poi con il camion della spazzatura al cimitero e infine riconsegnati ai familiari.
A raccontarlo, Carmelo Federico Cesarone, figlio del partigiano abruzzese Emidio, detto Anguilla, fucilato nel giardino del Castello Devachan.
‘’Presero prima mio nonno materno, poi mio padre. Mio nonno era un maresciallo dell’esercito, ed era un bravissimo radio telegrafista. Mio padre Emidio era anche lui nell’esercito, da sergente: erano di un corpo chiamato guardie di frontiera. Insomma, mio padre era uno importante nella zona di Arma di Taggia in quanto era nel servizio informazioni della Resistenza”.
“Beh, fu una spiata: due traditori infiltrati si vendettero mio padre e mio nonno, assieme ad altri 10 partigiani. I fascisti vennero a casa di mio nonno materno, Carmelo Genova, il maresciallo, e lo arrestarono, e per fortuna non trovarono la radiotrasmittente, sennò eravamo morti tutti. Io avevo appena due anni, e ho ricordi così lontani e dolorosi”.
“Mio padre Emidio non c’era e si precipitò poi a casa quando seppe che i fascisti avevano preso in ostaggio la moglie, mia madre, che ha 93 anni e che è ancora viva. Fu arrestato il 18 febbraio 1945. Entrambi furono torturati. Il processo farsa li condannò a morte assieme agli altri 10 partigiani. Per ironia del caso, con loro furono giustiziati anche i due spioni: i fascisti li avevano pagati 5 mila lire”.
“Il 5 marzo 1945 ho così perso mio padre e mio nonno”.
Con Emidio Cesarone, caddero Riccardo Scarpari, Francesco Foca, Francesco Bergonzo, Renato Dardanelli, Luigi Anfossi, Enrico Poggi, Antonio Palmissano, Guido Bendinelli, Francesco Lanteri, Secondo Lanteri, Beniamino Miliani, con Carmelo Genova, detto Radio.