Pescara. “Il dolore che tutti hanno provato di fronte a questa tragedia è stato il motore di questo ufficio, e a questo dolore vogliamo dare una risposta”.
Toccante uno dei passaggi della requisitoria del sostituto procuratore Anna Benigni che ha aperto la fase dibattimentale del processo in corso da oggi al tribunale di Pescara sulla tragedia di Rigopiano del 18 gennaio 2017, quando una valanga travolse il resort di Farindola uccidendo 29 persone, mentre si salvarono in undici.
Il pm Benigni, in apertura, ha ricordato le 29 vittime e le loro storie, proiettando in aula delle slide con i loro volti.
“Non sempre gli enti hanno a cura l’incolumità o l’interesse collettivo – ha successivamente detto il pm citando anche le vicende di Sarno e Genova – Comune o Prefettura, per esempio, avrebbero dovuto fare il loro dovere o impedendo la costruzione dell’hotel o evacuando la struttura, così come l’unica strada disponibile avrebbe dovuto essere pulita e questa era l’ultima possibilità di salvare le persone dell’hotel di Rigopiano”.
“L’episodio di Rigopiano è all’interno di un periodo di forti perturbazioni, di un maltempo notevole. I due episodi di maltempo di quel gennaio 2017 furono correttamente comunicati agli enti preposti dagli organi competenti, non ci sono dubbi. Il sistema di allerta meteo ha funzionato”, ha proseguito il sostituto procuratore, il cui compito, in questa fase, è quello di riepilogare i fatti accaduti intorno al 18 gennaio 2017. E quindi, ha insistito Benigni, “è specifico compito del sindaco di Farindola (Ilario Lacchetta ndr) controllare il bollettino Meteomont”.
Il passaggio sulle responsabilità del Comune, con le rassicurazioni per gli interessi dell’hotel, ha portato poi la pm a ricostruire i rapporti tra Comune e Provincia di Pescara in quelle ore ed estendere le responsabilità ai dirigenti provinciali.