Questo uno dei passaggi di una delle interviste, contenuta nella seconda inchiesta giornalistica di Ezio Cerasi trasmessa dalla Tgr Abruzzo, e andata in onda anche su Rainews, sulla tragedia di Rigopiano. A parlare è Giovan Battista Marchegiani, presidente dell’Insfo-Protezione Civile secondo il quale “quando si attivano i soccorsi bisogna tentare tutto quello che è possibile, se mancano i protocolli si improvvisa, ma nell’ improvvisazione possono accadere cose che non vanno assolutamente bene come la mancata attivazione degli elicotteri militari che avrebbero potuto evitare ritardi nei soccorsi”.
L’inchiesta della Tgr Abruzzo mostra anche documenti inediti, che si concentrano sul perché fu scartato l’intervento aereo, in particolare sul coinvolgimento del 15esimo Stormo dell’Aeronautica Militare. Una nota ufficiale del Dipartimento della Protezione Civile sottolinea “le complesse condizioni meteo” del giorno della tragedia e la necessità di “non compromettere ulteriormente lo scenario già estremamente critico” con un evidente riferimento al rischio che un elicottero potesse provocare un’ulteriore valanga.
L’inchiesta mostra il bollettino del 18 gennaio dello scorso anno della stazione meteo di Pescara, quella più vicina a Rigopiano. Secondo le valutazioni di diversi piloti del Sar (Search and Rescue), dei vigili del fuoco e delle forze di polizia contenute nell’inchiesta, “la maggiore insidia era rappresentata dal ghiaccio, le condizioni erano critiche ma in lento miglioramento dalle 19.
Inoltre, riporta la Tgr, secondo l’ex capo di Stato Maggiore dell’ Aeronautica, Pasquale Preziosa, “il Sar non rifiuta mai una richiesta di soccorso, i piloti si alzano sempre in volo”. L’inchiesta mette anche in risalto la mancanza di un protocollo per gli interventi Sar su terraferma.