Erano stati i curatori fallimentari della società che gestiva il resort distrutto dalla valanga a mettere all’asta, su un sito specializzato, mobili e altri beni recuperati dalle macerie, compresi i vini della cantina per cui, al rialzo, l’asta aveva incassato fino a 1800 euro.
Sulle offerte per il “brindisi macabro” si era scatenata l’ira dei familiari delle vittime che, ora, annunciata una nuova asta per alcune bottiglie, hanno deciso di partecipare provocatoriamente.
“Essendo andata deserta la prima asta, per legge ci sarà una seconda asta al ribasso”, spiega il comitato dei familiari delle vittime, “. In segno provocatorio alcuni familiari hanno deciso di acquistare quelle bottiglie: l’unico modo per evitare l’eventuale scempio che terzi estranei possano brindare con quel vino”.
Il comitato ha deciso che le bottiglie acquistate saranno conservate in memoria delle vittime o rivendute a persone fidate per devolverne il ricavato in beneficenza.