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Processo Rigopiano: i ritardi della Prefettura: “Due note per falsificare le circostanze”

Pescara. Dopo l’udienza di ieri con la parola alla pubblica accusa, è ripreso stamattina a Pescara il processo sulla tragedia di Rigopiano.

Dopo l’appello del presidente, ancora parola al Pm Andrea Papalia che si è soffermato sulla questione riguardante il ruolo nella drammatica vicenda di Regione Abruzzo e Prefettura di Pescara. Presenti anche questa mattina nell’aula 1 di Palazzo di Giustizia i parenti delle 29 vittime della tragedia accaduta il 18 gennaio del 2017.

Nel corso del suo intervento, il Pm Andrea Papalia ha stigmatizzato i ritardi nell’apertura della Sala operativa e del Centro coordinamento soccorsi (CCS). “Dalle acquisizioni documentali fatte nell’ambito delle indagini immediatamente avviate subito dopo la tragedia abbiamo rintracciato due note prefettizie”, ha riferito, “Una con data 16 gennaio 2017, a firma del capo gabinetto Bianco, inviata alla presidenza del Consiglio dei Ministri, al ministero dell’Interno e per conoscenza al presidente della Regione Abruzzo e alla Sala operativa della Protezione civile regionale; l’altra con data 17 gennaio, a firma del prefetto di Pescara Provolo, inviata alla presidenza del Consiglio dei Ministri e al ministero dell’Interno. In queste note, inviate a seguito dell’allerta meteo, veniva rappresentata dalla Prefettura l’avvenuta attivazione, a partire dalla mattina del 16 gennaio, alle ore 9, della Sala operativa provinciale di Protezione civile e del Centro coordinamento soccorsi”.

“Nella nota del 17 gennaio, a firma del prefetto Provolo, si conferma l’apertura della Sala operativa e del Centro coordinamento. Le indagini e le risultanze investigative – ha detto inoltre Papalia – hanno dimostrato in modo chiaro la falsità delle circostanze rappresentate in queste note, che erano finalizzate evidentemente ad attribuire alla Prefettura una apparente tempestività e capacità di intervento nell’emergenza”.

“In realtà il Centro coordinamento soccorsi e la Sala operativa erano state aperte il 16 gennaio 2017 solo sulla carta, perché l’effettivo insediamento si verificherà il 18 gennaio mattina. La nota era quindi strumentale”, ha concluso il pm, secondo il quale una attivazione tempestiva della Sala operativa e del Centro Coordinamento Soccorsi avrebbe portato all’espletamento di varie attività in modo da evitare la tragedia

Oggi pomeriggio, invece, il Procuratore Bellelli si è soffermato sui presunti depistaggi della Prefettura, e sono state avanzate le richieste di condanna per gli imputati.

Domani sarà poi la volta delle parti civili.