“Non riusciamo a capire le motivazioni di questo ennesimo assalto contro il verde urbano pescarese, in una città che soffre la cementificazione selvaggia e che ha assolutamente bisogno di verde urbano con alberi che producono ombra e combattono l’inquinamento”, afferma una nota delle due associazioni ecologiste, ” Siamo oltretutto in piena primavera, in cui gli alberi diventano luogo di nidificazione. Il leccio è uno degli alberi più amati dall’avifauna quindi è stato fatto anche un danno alla biodiversità. Il Quercus ilex, da sempre simbolo del paesaggio abruzzese e pescarese, è una specie molto importante per gli ecosistemi, simbolo del mediterraneo e della nostra storia. E’ tra i migliori alberi contro il particolato atmosferico ed è un ottimo albero da ombra. Ripiantare palme Washingtonie, specie ornamentali che non svolgono mitigazione dell’isola di calore o lotta all’inquinamento, ci sembra un nuovo fallimento nella gestione del verde pescarese”.
Sul caso interviene anche la consigliera comunale Pd Stefania Catalano: “Ciò che avevamo annunciato lo scorso 14 aprile si sta avverando: al costo di 47mila 214 euro, più 2.559 euro per l’espianto, è partito il progetto per la sostituzione dei Lecci di via Pepe con palme di Washington. Un’operazione insensata, innanzitutto perché si stanno espiantando anche tutti gli Aceri ripiantati appena un anno fa in sostituzione di Lecci che erano in precario stato vegetativo, e poi perché questo tipo di albero, secondo gli esperti del Comune e l’ordine degli agronomi di Pescara, non è minimamente adatto ad essere collocato in quella zona. Dove, fra l’altro, l’imponenza delle Washingtonia sicuramente creerà dei disagi ai residenti della via, che si ritroveranno i balconi invasi dalle folte chiome”.