Pescara, Rancitelli: lo sfogo di Don Max

Pescara. Con una lettera aperta, Don Massimiliano De Luca, combattivo sacerdote della parrocchia Angeli Custodi, sfoga tutta la sua rabbia per una mancanza di “nuova normalità” nel quartiere Rancitelli.

Conosciuto meglio come Don Max, già autore di tante battaglie per la legalità tra i palazzi popolari di Fontanelle, il parroco ora di Rancitelli si sta battendo per la stessa ragione nel ben più difficile quartiere stretto tra via Tavo – e il suo Ferro di Cavallo – e via Aterno.

Pubblichiamo integralmente una sua lettera in cui, dopo un anno aperto con l’omicidio di Marco Cervoni, tira il bilancio di un 2020 che definisce di “vita vecchia”.

 

            Rancitelli, anno nuovo – vita vecchia! Ci eravamo illusi che l’omicidio Cervone potesse dare una svolta alla vita del nostro quartiere e tante altisonanti promesse di abbattimenti, di “mai più costruzioni ATER dove già ce ne fossero altre”, di costruzioni di piazze … dopo più di un anno sono ancora promesse, che con il trascorrere dei mesi vanno sempre più infarcendosi di “distinguo”.

Eppure, qualsiasi pescarese, nello scorrere le varie testate giornalistiche locali, può quasi quotidianamente leggere notizie di cronaca nera riguardanti sempre il nostro territorio e, ormai, nella mentalità del popolino, se qualcosa di illegale accade al “Ferro di Cavallo” di via Tavo o al “Treno” di via Lago di Capestrano o in un’altra via di Rancitelli è … normale!

Ma noi, che vi abitiamo, non è questa la normalità, che desideriamo!

Non è normale che i micro-boss del quartiere possano occupare abusivamente case di proprietà pubblica, ristrutturarle per poi affittarle alla modica cifra di 350€ al mese; oppure che gli stessi permettano, non di certo gratuitamente, l’occupazione abusiva degli alloggi sfitti ATER, che precedentemente Amministrazione Comunale e Forze di Polizia, con costi elevatissimi per la collettività, avevano sgomberato (si vocifera un 7˙000 euro ad operazione, comprensivi di ambulanze, veterinari, muratori, elettricisti, fabbri, ecc.) … a da chi li fanno occupare? Dai loro clienti, che possono essere trasformati anche in bassa-manovalanza: ci si dimentichi la romantica idea della famigliola disperata che occupa casa e trova, finalmente la serenità!

Non è normale che, nonostante i vari divieti e chiusure decretati dai tanti DPCM, le famiglie malavitose hanno continuato il loro demoniaco commercio nelle consuete piazze di spaccio, avvalendosi delle tante vedette dislocate in via Tavo ed in via Lago di Capestrano, in via Osento e via Nora, ma anche di alcuni bike couriers, che vanno direttamente a casa del compratore. E per questo la malavita ricicla i suoi tossicodipendenti disperati, trasformandoli in corrieri, gli stessi che possono fungere da vedette nelle strade o vendere le dosi dentro case fatiscenti in uno stabile ATER, occupate e trasformate in negozi, ma sempre con il permesso dei micro-boss.

Non è normale che sia lo Stato stesso a offrire opportunità di ricchezza e potere ai condannati, detenuti ai fanta-arresti domiciliari … fanta-arresti perché li puoi tranquillamente incontrare al supermercato a fare spesa … con quali soldi? Potete immaginarlo! Ed il loro ritorno a casa, magari agli arresti domiciliari in case occupate abusivamente – quasi che la detenzione vada a regolarizzare l’abuso dell’occupazione illegale di un’abitazione di proprietà pubblica – può essere anche salutato con lo scoppio di fuochi d’artificio, al quale noi Rancitellesi siamo abituati, sapendo che una volta erano il segnale ai clienti dell’arrivo di merce e dell’apertura della ‘puteca’, ma oggi sono il segnale del: «Noi siamo noi e ci siamo!»,  i soliti-noti, che fanno a gara a chi li spara più grossi … in questa mini-faida per il controllo del territorio.

Non è normale che nelle nostre periferie, i nostri bambini – pochi: dove trovi più le famiglie giovani? Nel 2020 ho celebrato 41 funerali e 5 battesimi! – sono ormai abituati a giocare tra le siringhe, usate poco tempo prima da quelle larve umane che si aggirano come zombie tra la Tiburtina e via Tavo. E del triste mercato dello spaccio ne sono testimoni i residenti, che vedono i tossicomani raccogliere la merce lanciata dei balconi dalle donne spacciatrici … che, magari, sono agli arresti domiciliari; e, i medesimi residenti, possono assistere al rituale del buco (con cucchiaio, accendino, limone, siringa … ed eroina), vedendo, impotenti, i tossicomani seduti negli androni dei loro condominii o nei fatiscenti scheletri dei palazzi mai ultimati … a proposito: i palazzi Clerico: più e più volte annunciata la demolizione con date ogni volta procrastinate … come qualche tempo fa una nota associazione religiosa americana faceva nell’annunciare l’imminente fine del mondo, sempre rinviata!

Non è normale che anche la malavita pescarese – che esiste! – stia traendo profitto dalla crisi socioeconomica non prodotta, ma certo aggravata, dall’emergenza sanitaria: lo denunciamo da tempo! Profitti in termini di offerta usuraia di denaro a famiglie e piccole aziende in difficoltà, di consenso ottenuto attraverso elargizioni di pacchi di generi alimentari e di prima necessità, anche per l’infanzia, nel contesto più povero della nostra Pescara, che è Rancitelli. Parliamo di detenuti, responsabili anche di delitti gravi, appartenenti a famiglie (fino a pochi mesi fa, guai a dire che a Pescara esistessero ‘clan’) malavitose che hanno da tempo colpito al cuore la serenità e normalità del viver sociale della nostra democratica Rancitelli e spento la speranza nei tanti onesti cittadini, che hanno fatto crescere e servito con coraggio ed onestà tutta la nostra città: questi cittadini ormai sono morti ed i loro figli e nipoti sono andati, logicamente, ad abitare altrove e le loro case sono rimaste disabitate e la Parrocchia dei “Santi Angeli Custodi” conta ora solo 4300 abitanti, di cui 1400 (senza contare gli abusivi) residenti nelle residenze ATER. Sono fiero degli operatori della Caritas Parrocchiale, che assiste un centinaio di famiglie, sia quelle con certificazione Isee, come quelle sprovviste, tutte residenti nel nostro territorio … e di immigrati sono solo 1/5: il resto sono tutti italiani! Ma noi ci sforziamo di aiutare tutti, ben sapendo che non possiamo risolvere definitivamente i loro problemi.

Non è normale che tutta una cittadinanza debba subire i soprusi di alcuni ricchi privati, che con la tipica mentalità del feudatario, si disinteressa del viver quotidiano dei servi della gleba: nonostante i tanti morti per overdose ed il continuo via vai di tossicodipendenti, dopo 50 anni, gli scheletri fatiscenti come i palazzi Clerico e la camiceria Monti ed altri cantieri-morti e ruderi vari, sono ancora al loro posto! Ed il progetto della demolizione dell’arcinoto Ferro di Cavallo, intenzione più volte ribadita dal Governatore Marsilio, dal Presidente del Consiglio Regionale Sospiri e dal Sindaco Masci, che, all’indomani dell’omicidio Cervoni, il 6 gennaio scorso presiedeva una fiaccolata per la legalità nelle vie del quartiere? Scopriamo che sarà abbattuto, ma “solo” in minima parte ricostruito con una costruzione innovativa ed una grande piazza … e, secondo me, si continua a far l’errore di costruire altre case popolari vicino ad altre già esistenti, come l’aberrante mega-condominio di via Tronto: le case popolari vanno spalmate su tutto il territorio cittadino, se si vuole risolvere sia il problema abitativo quanto quello della inclusione sociale!

Nella Rancitelli dove ora svolgo il ministero parrocchiale, dopo averlo fatto per nove anni a Fontanelle, non esistono solo i famosi problemi dello spaccio della droga, dell’occupazione abusiva degli alloggi sfitti o del subaffitto delle case popolari, dell’usura, della ludopatia, dell’abbandono scolastico e della dilagante povertà … non c’è solo il problema della “presenza del male”, ma anche, e soprattutto, dell’ “assenza del bene”, ed è questo il problema più grave, che rende sempre più invivibile il nostro territorio.

Nel territorio di pertinenza della nostra Parrocchia non c’è più una scuola, non c’è stata mai una piazza (a meno che non si voglia elevare a tale rango il parcheggio antistante il sagrato parrocchiale!), né luoghi di sana aggregazione per giovani o anziani, sistemi di videosorveglianza per la sicurezza dei residenti … abbondiamo di centri scommesse, di circoli privati e chi li conosce sa cosa sono realmente nella maggioranza dei casi: bische clandestine! A proposito di centri scommesse: ricordiamo che la Regione Abruzzo ha prorogato a luglio 2020 l’attuazione della legge regionale per il contrasto al gioco patologico, originariamente prevista per il 21 novembre 2018. Nel testo – datato 24 agosto – sulle “Modifiche alla legge regionale 9 luglio 2016, n. 20 (Disposizioni in materia di Comunità e aree montane) e ulteriori disposizioni”, sono state inserite le modifiche all’articolo 3 della legge regionale sul gioco del 2013; e le disposizioni in questione vietavano nuove aperture nel raggio di 300 metri dai luoghi sensibili (come scuole, luoghi di culto, strutture sanitarie).

È mio dovere, come parroco impegnato sul territorio (ed io non voglio passare alla storia come un Don Abbondio che non ha visto, né udito … ma come il normale pastore che ode-vede-prega-ragiona-parla-agisce), ricordare a tutti coloro che sono a capo di Amministrazione, Forze di Polizia e Magistratura nella nostra Pescara, che le periferie esistono e che non sono un male necessario: saranno sempre meno periferiche nella misura in cui se ne interesseranno, senza trattarle come le discariche sociali dove poter abbandonare lo scarto della società, riducendo quei territori in ghetti, che la malavita poi trasforma in fortezze a proprio uso e consumo: qualcuno ha calcolato che solo al Ferro di Cavallo ci possa essere un commercio di1˙400˙000 euro di droga annui e se c’è chi vende, c’è chi compra! Ed è bene ricordare che a Fontanelle, Rancitelli, Villa del Fuoco, San Donato, Zanni, ecc., risiede un buon terzo degli abitanti della città di Pescara.

Nella Rancitelli che io sogno, ci sono famiglie giovani con tanti bambini, che costringono le scuole a riaprire e che giocano serenamente nelle piazze e nei parchi.

Nella Rancitelli che io sogno, ci sono famiglie “normali”, “Rom” ed “immigrati” che convivono pacificamente ed il mio augurio è che un giorno non lontano possano esserci il Procuratore della Repubblica Di Rocco … e la dottoressa Ciarelli, primario di Oncologia … e la professoressa Spinelli, preside del liceo classico … ed il cuoco pentastellato Morelli.

Nella Rancitelli che io sogno, ci sono persone intelligenti che costringano spacciatori di droga e mercanti di gioco d’azzardo a cambiare mestiere!

Già a suo tempo fu compiuta la macroscopica aberrazione di ghettizzare la povertà, rendendola incubatrice di malavita, creando macro-aree e mega-condominii di abitazioni popolari. Non si perseveri nell’errore con la confusione tra possibilità di inclusione, che è sempre doveroso offrire, e rispetto per le regole di convivenza civile, che a nessuno è dato di poter infrangere … ed allora, forse, potremo vedere iniziare una nuova era, lasciandoci dietro le spalle, senza mai abbassare la guardia, storie e scelte difficili.

Sac. De Luca Massimiliano

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