Pescara. Sei anni di violenze ai danni di una ragazzina avviata alla prostituzione dalla madre. E’ l’accusa mossa a un pensionato di 64 anni residente a Pescara e accusato di atti sessuali e persecutori nei confronti di una ragazza ora 21enne.
A mettere fine all’incubo della vittima sono stati i carabinieri del Nucleo Investigativo, grazie alle confidenze fatte a una educatrice sociale e all’ex insegnante dalla ragazza “venduta” all’aguzzino nel 2010, quando aveva appena 12 anni.
Gli abusi sono andati avanti fino al 2016 quando, dopo la morte della madre, la ragazza ha trovato la forza di rifiutare ulteriori incontri con il 64enne destinatario della misura cautelare. Da lì sono scattati i pedinamenti e gli appostamenti davanti a scuola da parte dell’uomo, arrivato a tormentare la ragazzina con telefonate continue, più di 400 le chiamate e gli sms in chat tra il 2017 e il 2019, per “riappropriarsene”.
Al pensionato, che ha regolare famiglia a carico, è stato vietato l’avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima e la comunicazione con qualsiasi mezzo con lei.
Un altro 80enne è stato indagato per fatti analoghi e per questo ha subito una perquisizione domiciliare: da tempo aveva interrotto la frequentazione con la vittima dopo averla abusata nel 2006 e nel 2007.