Il gup del Tribunale di Pescara, Elio Brongrazio, ha fissato la prima udienza per il prossimo 7 ottobre davanti al tribunale monocratico di Pescara. L’imputato è accusato di circonvenzione di persone incapaci e millantato credito, ai danni di Nadia e Bartolo, due persone semplici ed ingenue, che arrivano a fine mese grazie ad una modesta pensione di invalidità. La coppia, assistita dagli avvocati Giovanni Mangia e Sabrina Di Liso, venti anni fa è rimasta sola dopo che il tribunale tolse ad entrambe le due figlie.
Le ragazze, più di recente, sono riuscite a rintracciare i propri genitori e dopo avere scoperto il raggiro hanno chiesto l’intervento della trasmissione televisiva Le Iene. Di Felice, in cambio della promessa di procurare un lavoro a Bartolo, si sarebbe fatto consegnare i soldi della pensione che la coppia andava a ritirare alle Poste ogni mese. Il pm accusa l’imputato di avere “abusato delle condizioni di infermità e dello stato di deficienza psichica della coppia”, inducendola a “consegnargli in diverse occasioni, generalmente con cadenza mensile pressoché in corrispondenza temporale con la riscossione della pensione, somme di denaro contante prelevate dai loro libretti postali”.
L’imputato, sempre secondo l’accusa, avrebbe fatto credere a Nadia e Bartolo, “pretestuosamente e falsamente”, che si trattava “di somme dovute a titolo di compenso per sue asserite attività finalizzate al conseguimento di un posto di lavoro per Bartolo”. Nel procedimento si sono costituiti parti civili sia le due persone raggirate che l’ex vice sindaco Antonio Blasioli, che l’imputato aveva millantato di conoscere.