Pescara. Rinviati a giudizio, dal gup del tribunale di Pescara Elio Bongrazio, i quattro imputati nell’ambito del procedimento, con rito ordinario, sul cosiddetto “palazzo d’oro” della Asl di via Rigopiano, l’edificio acquistato nel 2012 da un imprenditore a 900mila euro e rivenduto due anni dopo all’azienda sanitaria pescarese al triplo del prezzo.
Dovranno comparire per la prima udienza, il 3 ottobre prossimo, davanti al tribunale collegiale presieduto dal giudice Rossana Villani, l’ex direttore generale della Asl di Pescara e attuale direttore generale dell’area prevenzione del ministero della Salute, Claudio D’Amario (in foto); il dirigente dell’ufficio Gestione del patrimonio della Asl, Vincenzo Lo Mele; l’imprenditore Erminio Cetrullo; il responsabile unico del procedimento Luigi Lauriola.
Le accuse, a vario titolo, sono di truffa e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Annarita Mantini, i soggetti danneggiati dall’operazione sarebbero la Asl di Pescara, costituitasi parte civile tramite l’avvocato Barbara D’Angelosante, e la Regione Abruzzo, che invece non si è costituita parte civile. A giudizio del pm, il prezzo d’acquisto del palazzo da parte della Asl “sarebbe stato sovrastimato di almeno 740mila euro rispetto al reale valore di mercato”, e avrebbe procurato “un ingiusto vantaggio patrimoniale” all’imprenditore Cetrullo.