Pescara. Il gip del tribunale di Pescara, Antonella Di Carlo, ha affidato al professor Massimo Di Giannantonio, docente di Psichiatria alla facoltà di Medicina dell’Università D’Annunzio, l’incarico per effettuare una perizia su Roberto Mucciante, l’uomo di 51 anni arrestato lo scorso aprile per avere ucciso con 38 coltellate il vicino di casa, Salvatore Russo.
Il delitto è avvenuto il 25 aprile scorso, nel garage di un condominio di Pescara, all’angolo tra via del Circuito e via Pian delle Mele: Mucciante viveva al primo piano del palazzo e il muratore 58enne al piano superiore.
I quesiti posti dal giudice sono finalizzati a stabilire se Mucciante, “al momento della commissione del fatto, era per infermità in tale stato di mente da escludere ovvero, pur senza escluderla, da scemare grandemente, la capacità di intendere e di volere”. L’esperto sarà inoltre chiamato a stabilire “se l’attuale stato di mente di Mucciante sia, per infermità, tale da impedirne la cosciente partecipazione al procedimento” e se Mucciante “sia da considerare soggetto socialmente pericoloso”.
Le operazioni peritali avranno inizio il prossimo 30 luglio e la relazione di Di Giannantonio dovrà essere depositata entro 90 giorni, per poi essere illustrata e discussa in sede di incidente probatorio il 6 dicembre prossimo. I legali della famiglia della vittima, gli avvocati Andrea Cocchini e Alessandro Dioguardi, hanno nominato come perito di parte lo psichiatra Giuliano Pace.
La richiesta di perizia psichiatrica su Mucciante, oggi presente in aula, è stata avanzata dalla pm Valentina D’Agostino, titolare dell’inchiesta sul delitto, a seguito dell’istanza presentata il 17 maggio scorso dai due difensori dell’omicida, gli avvocati Gianluigi Amoroso e Clara Di Sipio.
Mucciante è accusato dell’omicidio del vicino con l’aggravante dei futili motivi “e segnatamente perché disturbato dai rumori a suo dire provenienti dall’appartamento in uso alla parte offesa e ai suoi familiari”. L’avvocato Cocchini ha rimarcato che, “ad oggi, nessun familiare di Mucciante si è ancora degnato di mandare un messaggio di cordoglio alla famiglia della vittima. Il gesto – ha concluso il legale – sarebbe stato comunque apprezzato dai miei assistiti, ma non c’è stato”.