Pescara. Il teste chiave che assistette alla violenza sessuale di Anna Carlini, la donna pescarese di 33 anni trovata morta sotto il tunnel della stazione ferroviaria di Pescara la notte del 30 agosto 2017, ha confermato, in sede di incidente probatorio, la ricostruzione dell’accaduto fornita alla polizia.
L’uomo, un cittadino della Guinea, questa mattina, è comparso davanti al gip Nicola Colantonio, in qualità di testimone. Presente all’udienza il pm Rosangela Di Stefano, la sorella e il padre della vittima, assistiti dall’avvocato Carlo Corradi.
Nell’inchiesta sulla morte di Anna Carlini i reati ipotizzati dalla Procura sono violenza sessuale, omicidio e abbandono di persona incapace. Nel procedimento sono indagati due romeni, Nelu Ciuraru, 47 anni, attualmente latitante, per il quale pende un mandato di cattura internazionale per violenza sessuale, e Robert Cioragariu.
Il testimone oculare, ha ribadito davanti al gip che “Verso mezzanotte, l’una del mattino, mentre stavo guardando un film sul mio smartphone, ho visto il Nelu mentre era intento a sollevare la donna che era sdraiata a terra per adagiarla sul lettino da spiaggia ove poco prima era lui sdraiato e, dopo essersi sincerato che nessuno lo stesse guardando, ha approfittato di lei”.
Oggi il gip avrebbe dovuto acquisire anche un’altra testimonianza, ma si è presentato soltanto il teste chiave. L’altro, anche lui straniero, si trova in Portogallo per lavoro e sarà ascoltato il prossimo 13 febbraio. “Le dichiarazioni di oggi del testimone – ha detto l’avvocato Corradi – confermano in pieno l’impianto accusatorio”