Lo riferisce Armando Foschi, membro dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’, che mercoledì aveva denunciato il caso, interessato della problematica dagli stessi cittadini vittime del disservizio. “Ovviamente- commenta Foschi – il clamore suscitato sulla vicenda ha rappresentato un ottimo incentivo per l’azienda acquedottistica di Pescara che, anziché applicare un semplice riduttore di potenza come previsto dalla legge, aveva completamente sigillato il contatore non disponendo di un’adeguata attrezzatura”.
“Tuttavia – conclude – tale attivismo non cancella il disagio subito e l’incubo vissuto da almeno 270 residenti, tra cui molti anziani, diversamente abili e bambini, un disagio che merita di essere approfondito dal Comune di Pescara, socio dell’Aca, che ha il dovere di esercitare un opportuno controllo sull’operato dell’azienda. Porteremo dunque il ‘caso’ all’attenzione della Commissione Controllo e Garanzia e della Commissione Sanità per le opportune valutazioni”.