Pescara. La II° Sezione della Guardia Civile Ambientale di Pescara, con le proprie guardie giurate ittiche volontarie, ha eseguito dal 13 al 22 novembre una serie controlli sul fiume Pescara contro il bracconaggio senza scrupoli della fauna ittica, elevando 8 sanzioni amministrative e conseguente sequestro di canne da pesca.
Nel corso dei controlli è stato accertato come bande ben organizzate tra loro compiano razzie di Cefali, anguille e capitoni, decretando la nascita di un nuovo fenomeno di bracconaggio sulle sponde del fiume Pescara, effettuato soprattutto da cittadini dei Paesi dell’Est Europa che si spostano dalle acque interne quali laghi e torrenti fino al centro della città di Pescara, dove nel fiume vivono e si riproducono, cefali, anguille e i capitoni in grosse quantità.
Durante i controlli sono stati individuati e sanzionate 6 persone in attività illecita di pesca con modalità a strappo o privi di regolare documentazione per la pesca sportiva. La Guardia Civile Ambientale ha individuato gruppi di 6-7 ben organizzate, munite di canne da pesca molto resistenti e ancorette fatte artigianalmente con ami di grossa misura. I pescatori si pongono a distanza di cerca due metri tra loro e con la tecnica dello strappo catturano grosse quantitativi di Cefali che tra ottobre e novembre, nel periodo di riproduzione, si concentrano in grossi branchi.
Durante gli accertamenti è stato accertato che questi individui dispongono di contenitori e frigo portatili per conservare le prede catturate: ogni persona riesce a catturare oltre 30-40 esemplari nel giro di poche ore. Le informazioni raccolte dalla Guardia Civile Ambientale hanno appurato che prede catturate vengono immesse sul mercato nero senza nessun controllo sanitario, con il pericolo per la salute pubblica dal momento che le specie raccolte vivono anche in ambienti inquinati nutrendosi di invertebrati e di vario materiale organico in decomposizione.
La nascita del nuovo fenomeno è dettato dal fatto che i bracconieri hanno capito che il Cefalo ha un costo superiore ai pesci di acque dolce e una commercializzazione più facile, mentre le prede che finora catturavano nei laghi e fiumi interni, come Carpe e Siluri, hanno un costo minore ma non riscuotono interesse quanto cefali, anguille e capitoni. Inoltre hanno scoperto che le femmine di cefalo producono uova dalle quali si ricava la Bottarga o il cosiddetto Muggine, alimento pregiato. Si alimenta così il mercato clandestino ma il pericolo per il consumatore, senza controlli sanitari, è altissimo.
Durante i controlli, la Guardia Civile Ambientale ha rinvenuto occultati lungo il fiume Pescara 4 nasse piazzate illecitamente contenenti circa 40 esemplari tra capitoni e anguille, pesci molto ricercati nel periodo natalizio. Tutti i capitoni e le anguille sono stati rimessi in acque e le nasse sono state distrutte.