Pescara. Diciannove strutture alberghiere praticamente chiuse, senza tener conto del sostanziale azzeramento di attività dei tanti bed&breakfast che insistono non solo su Pescara città, ma anche nei centri confinanti e che sono anch’essi base per il turismo balneare estivo.
Questa è l’economia degli stabilimenti balneari pescaresi in ginocchio ai tempi del Covid, che significa lavoro a rischio per 1500 persone, comprese le gestioni familiari, e 150 i bagnini che lavorano stagionalmente sulle spiagge.
La Commissione Turismo del Comune di Pescara, presieduta da Manuela Peschi, si è riunita oggi insieme con la Commissione Territorio per ascoltare le associazioni dei balneatori e l’assessore Alfredo Cremonese, che ha disegnato quello che lui stesso ha definito un “quadro drammatico della situazione” con gli operatori che, anche dopo l’autorizzazione del Presidente della Regione Marco Marsilio a eseguire i lavori in spiaggia, vivono in un clima di totale incertezza.
Questo in attesa delle linee guida del Ministero della Salute che serviranno a definire come sarà necessario muoversi per la gestione dell’arenile: se sarà dunque possibile utilizzare le palme o se invece, mantenendo le distanze, saranno installati solo gli ombrelloni. E con quali numeri in termini di presenze.
Dal punto di vista organizzativo, Cremonese ha puntato sulla proposta di realizzazione di un’app per le prenotazioni che consenta di gestire con più facilità il distanziamento sull’arenile. Soluzione comunque già applicata negli anni scorsi in altre regioni.
“Dobbiamo valutare – sottolinea la presidente della Commissione Turismo Manuela Peschi – quale saranno le possibilità di sostegno da parte dell’amministrazione comunale anche alla luce del bilancio e di eventuali trasferimenti da parte dello Stato. Domani approfondiremo anche un tema fondamentale, quello di come sarà possibile conciliare domanda e offerta, dal punto di vista economico e degli spazi, in modo da consentire una ripartenza virtuosa della stagione. I balneatori chiedono una maggiore occupazione di suolo pubblico, aumentando magari la quota fronte strada. Vedremo come potremo farlo per loro come per bar , ristoranti e operatori del food in genere. Credo che la possibilità di andare in spiaggia, o comunque in vacanza, sia un aiuto non solo concreto, ma anche psicologico forte per la ripresa. Penso a fasce sociali deboli, come anziani e bambini, che forse più di altre stanno pagando questi quaranta giorni di lockdown. Proseguiremo i nostri lavori domani e oltre, coinvolgendo anche le altre commissioni consiliari, penso ad esempio ad Attività Produttive presieduta da Fabrizio Rapposelli, per mettere in campo tutte le idee e le soluzioni possibili”.