“Dopo il progetto sperimentale dello scorso anno nel centro Britti, l’esperienza si è consolidata e ci ha consentito di accogliere un numero maggiore di senza dimora, ai quali sono stati offerti gratuitamente ospitalità notturna, una colazione calda e la vicinanza degli operatori e dei volontari che hanno contributo alla realizzazione dell’iniziativa e ai quali rivolgo un sentito ringraziamento – afferma l’assessore alle Politiche sociali, Antonella Allegrino – Quest’anno sono stati ospitati molti senza dimora con situazioni di estremo disagio, con dipendenze gravissime e problematiche di tipo psichiatrico: persone che avrebbe davvero rischiato la vita se fossero rimaste al freddo perché non in grado di autodeterminarsi. Ora bisogna puntare a progetti di continuità, che non siano collegati a situazioni temporanee e che affrontino il problema in modo non emergenziale. Sul nostro territorio gravitano circa 100 senza dimora, ma il numero potrebbe aumentare perché stanno chiudendo progressivamente tutte le strutture di accoglienza dei richiedenti asilo. Continueremo ad operare per tutelare queste categorie particolarmente fragili, a monitorare il territorio grazie alla collaborazione con le unità di strada e a raccogliere le segnalazioni in merito alla presenza di senza dimora che dormono all’aperto ”.
Il coordinamento e la gestione della struttura di accoglienza di via Lago Sant’Angelo è stato affidato quest’anno all’associazione On The Road Onlus, che ha lavorato in collaborazione con la Comunità Papa Giovanni XXIII e con il sostegno dell’associazione Pea (Psicologia emergenza Abruzzo), la Caritas, privati cittadini, gruppi parrocchiali, il Banco Alimentare, l’associazione Emozioni, i Cavalieri di Malta e la Croce Rossa di Spoltore.
“Le popolazione accolta quest’anno nella struttura è stata diversa da quella dello scorso anno per una forte presenza di africani – spiega Massimo Ippoltitidi On The Road – Entrando nel dettaglio, abbiamo accolto 106 uomini e 18 donne di cui 54 italiani, 44 africani provenienti per lo più dal Marocco, dalla Tunisia e dal Gambia, 18 romeni, 4 polacchi, 2 bulgari,1 ucraino e 1 sloveno. La sperimentazione dell’accoglienza delle donne, che lo scorso anno erano state ospitate in albergo, è stata positiva perché siamo riusciti a gestire la convivenza in stanze diverse. Al di là dei numeri, ci sono state situazioni difficili a cui siamo riusciti a trovare una soluzione. Sono partiti dal dormitorio, ad esempio, tanti accompagnamenti sanitari verso il Serd, il Servizio per le Tossicodipendenze, e il Csm, il Centro salute mentale. Siamo riusciti a far tornare in Romania, garantendo un percorso sanitario e un rimpatrio assistito, a un senza dimora gravemente malato che si trovava in Italia da 18 anni e anche ad una coppia in difficoltà che era stata sfruttata a livello lavorativo; altre 32 persone sono state veicolate verso strutture secondarie in vista della fine del periodo di accoglienza e abbiamo operato con la mediazione familiare per il ritorno a casa di diversi ragazzi. Il dormitorio, dunque, non è stata un’esperienza fine a se stessa perché ci ha consentito di indirizzare molti senza dimora verso percorsi che potrebbero portare a una stabilità sanitaria e sociale”.
La struttura di via Lago Sant’Angelo è stata operativa tutti i giorni, dal 29 dicembre al 28 febbraio, garantendo ospitalità dalle 19 alle 9 del giorno successivo.
“Lo scorso anno l’accoglienza fu prorogata fino al 15 marzo, ma emergenze e proroghe purtroppo non risolvono le problematiche, e così chi non ha un tetto da alcuni giorni si ritrova di nuovo in strada, con tutto ciò che ne consegue per la dignità delle persone e per la qualità della vita in città”, afferma Corrado Di Sante, segretario provinciale di Rifondazione Comunista, che rilancia la proposta di un dormitorio pubblico all’interno della Stazione di Pescara.
“Vista l’enorme disponibilità di spazi vuoti, all’interno della Stazione è incomprensibile che comune e FS non possano prioritariamente allestire un dormitorio nei locali liberi, che tra l’altro già ospitano il centro diurno Train de Vie – On the road”, sostiene Di Sante, “un punto di partenza dal quale sviluppare progettualità e intercettare risorse affinché le persone che si ritrovano in strada possano riconquistare dignità e autonomia”.
“Il dormitorio è una grande opera da portare a termine, la stazione ha gli spazi per poterlo realizzare. Chi non è in grado di dare risposte agli ultimi, non potrà mai immaginare la città del futuro, chi chiude le porte, non potrà mai superare sfide e ostacoli perché avrà sempre lo sguardo troppo corto”, conclude.