“Il 6 ottobre 1968”, ricorda il parroco Don Massimiliano De Luca, “l’allora Vescovo di Penne-Pescara, Antonio Iannucci, apriva al culto la nostra chiesa parrocchiale, ancora allo stato grezzo per offrire ad un quartiere, ancora in forte espansione, un’aula celebrativa, affidando alla cura pastorale del mio predecessore, don Giuseppe Scarpone, la neonata Parrocchia”.
Don Max ha esteso l’invito alla partecipazione alle istituzione, cominciando con una lettera al sindaco Carlo Masci: “In questi 50 anni, le caratteristiche della nostra periferia sono totalmente cambiate”, si legge nella missima”: alla povertà economica ed alla miseria culturale si sono assommate criminalità organizzata e grave degrado sociale. Nel quartiere Rancitelli, non esistono solo i classici problemi delle periferie delle grandi e medie città, spaccio della droga, occupazione abusiva degli alloggi sfitti o subaffitto delle case popolari, usura, estorsioni, ludopatia e dilagante povertà, ma anche, e soprattutto, l”assenza.del bene, e questo ha reso sempre più, in questi ultimi decenni,invivibile il nostro territorio, determinando il crollo del numero degli abitanti, da 10mila a 4mila residenti.Oggi stiamo pagando le conseguenze della macroscopica aberrazione, compiuta dalle classi dirigenti politiche, che si sono succedute nel corso dei decenni: ghettizzare la povertà, rendendola incubatrice di malavita, creando macro-aree e mega-condominii di abitazioni popolari, che sono diventate, con il trascorrere degli anni,vere fortezze della criminalità organizzata”.
“Abbiamo bisogno della presenza reale e fattiva delle Istituzioni”, incalza il parroco, “ed è per questo che invito voi tutti a concludere insieme alla nostra comunità parrocchiale questo anno di grazia, per dare alla cittadinanza un ulteriore segno tangibile della Vostra attenzione per le problematiche del territorio”, conclude l’appello del sacerdote alle istituzioni.