Pescara. La Procura di Pescara ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio a carico del presidente del Consiglio comunale del capoluogo adriatico, Francesco Pagnanelli, e di altre tre persone, per la vicenda relativa ai lavori effettuati su un immobile di proprietà di Pagnanelli , in pieno centro cittadino, per la “demolizione, ricostruzione e ampliamento fuori sagoma del fabbricato esistente”.
Oltre al politico, sono coinvolti il dirigente comunale Gaetano Silverii, Carlo Galimberti, tecnico progettista e direttore dei lavori, e Salvatore Giannitti, responsabile dell’ufficio Suac del Comune. Il pm, Andrea Di Giovanni, contesta a tutti e quattro il reato di abuso d’ufficio. Pagnanelli e Galimberti sono invece anche accusati di abuso edilizio e falsità ideologica in certificati. Il procedimento ora passa al vaglio del gup Elio Bongrazio, che ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo 9 luglio.
Secondo l’accusa, sarebbe stato rilasciato il permesso di costruire per un edificio la cui superficie supererebbe la soglia minima prevista dalle norme in merito alla distanza dal confine di proprietà con la strada pubblica. Stando alla ricostruzione dell’accusa, inizialmente sarebbe stata presentata la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia), ma in seguito al parere di improcedibilità espresso dal geometra D’Ascanio nel corso del procedimento, gli imputati avrebbero tentato di aggirare l’ostacolo “facendo ritirare a Pagnanelli la Scia già presentata e facendogli presentare istanza per ottenere il permesso a costruire, al cui rilascio avrebbe provveduto Silverii”.
A giudizio dell’accusa, Pagnanelli e Galimberti avrebbero eseguito i lavori “in assenza della preventiva denuncia di inizio lavori e presentazione del relativo progetto al Genio Civile”, e avrebbero realizzato “la Scia depositata il 14 maggio 2017, falsa in ogni sua parte, perché rappresentante uno stato dei luoghi diverso dalla realtà constatata in sede di sopralluogo tecnico”