La manifestazione, organizzata in poche ore, ha anticipato quella ufficiale promossa dalle associazioni di categoria, che si svolgerà mercoledì in piazza della Rinascita. L’iniziativa si è svolta simbolicamente nel cuore di Pescara, in piazza Muzii, distretto food and beverage più importante d’Abruzzo, dove oggi a dominare erano le saracinesche abbassate e le luci spente. La manifestazione è stata pacifica, ma non sono mancati toni accesi di protesta contro il Governo e contro le istituzioni.
Imponente la presenza delle forze dell’ordine, con Polizia, Carabinieri e Polizia municipale. “Ci hanno fatto investire per il distanziamento e la sicurezza – hanno detto più volte i manifestanti – e nel giro di pochi giorni ci hanno fatto chiudere. Oggi possiamo andare a pranzo al ristorante, ma alle 18 deve chiudere tutto perché arriva improvvisamente il Covid”. In tanti hanno chiesto di vedere i dati sui contagi: “Dovrebbero dirci chi e dove si contagia: non certo nelle palestre, non certo nei ristoranti”, hanno sottolineato, tirando in ballo la questione trasporti pubblici.
Molte le persone che hanno preso la parola dicendo di non aver ancora ricevuto la cassa integrazione dei mesi primaverili.
Tutto intorno, invece, il deserto: nelle vie centrali qualche minuto dopo le 18, ora in cui, come disposto dal nuovo dpcm, bar, pub, ristoranti e pizzerie hanno dovuto abbassare le saracinesche. Corso Umberto, il corso per eccellenza del capoluogo adriatico, in quella che nei giorni normali è l’ora di punta, si è presentata con molta meno gente in strada.
Qualche cliente non informato delle nuove norme ha avuto, qualche attimo prima delle 18 l’amara sorpresa di dover rinunciare al tradizionale aperitivo, dinanzi al diniego del gestore. Tutte abbassate le saracinesche anche in Corso Vittorio Emanuele e lungo la riviera.
foto: Ansa.it