Nuova direttiva dal Ministero sul fronte safety e security nelle manifestazioni pubbliche. L’atto, a firma del ministro Matteo Salvini, porta la data del 18 luglio e riforma parte delle direttive contenute nella circolare Gabrielli dell’anno scorso, a fronte dei fatti di Torino.
“In linea con quanto espresso già dall’Anci apprezziamo il tentativo di semplificare e rendere più “elastica” l’organizzazione di manifestazioni pubbliche – così il sindaco Marco Alessandrini- ma non possiamo non rilevare che il grosso delle decisioni e il corredo delle responsabilità connesse, anche sul fronte dell’ordine e dell’incolumità pubblica, torna a ricadere sui sindaci, pur essendo il tema di competenza più alta in grado.
La direttiva prevede, per alcuni eventi, i più grandi o i più esposti, la consultazione del Comitato per l’ordine pubblico, ma non tiene conto di alcuni aspetti cruciali che erano stati segnalati anche al precedente esecutivo, al fine proprio di migliorare le decisioni prese allora, facendo un percorso accanto ai Comuni e non mettendoli di fronte all’ipotesi di annullare manifestazioni che promuovono l’economia e il territorio”.
“Non è possibile che la sicurezza del Paese ricada solo sui Comuni, né che lo si decida senza nemmeno consultarli – così l’assessore a Turismo e Grandi Eventi Giacomo Cuzzi– A Roma in giugno si era tenuto un incontro con l’Anci in cui oltre alla disponibilità a creare un tavolo di confronto per affrontare la materia, venivano fatte anche delle ipotesi di miglioramento, che però nella direttiva non sono state applicate, anche se lo sforzo di alleggerire le “blindature” a oltre un anno dalla prima linea che arrivava dopo i fatti di piazza San Carlo a Torino c’è. Bene il fatto che il Comune sia l’epicentro organizzativo, ma non è possibile che il costo della sicurezza e delle misure anti terrorismo ricadano su enti che già faticano a trovare nei bilanci le risorse anche per organizzare. Il governo deve mettere a disposizione un fondo per affrontarle, esattamente come avevamo chiesto, perché ai Comuni chiede di prendere decisioni che vanno oltre la competenza dei sindaci.
Per questo verrà richiesto al Governo lo stanziamento di un fondo per garantire le misure di sicurezza e gli adempimenti: non possono essere i Comuni a dover pagare per l’attuazione delle misure che invece sono di diretta competenza dello Stato. I Comuni non hanno la forza per far fronte a questa situazione e inoltre non può passare il concetto per cui i Comuni che finanziariamente stanno meglio riescono a far fronte a queste ulteriori spese che gravano in maniera consistente sulle manifestazioni e quelli con difficoltà economica, invece, non possono farvi fronte e di conseguenza sono costretti ad annullare tali eventi
A Pescara negli ultimi due anni siamo passati da 188mila presenze turistiche del 2015 a quasi 250mila nel 2017, balzando all’ottavo posto nella classifica nazionale del Sole24ore per organizzazioni di manifestazioni di vario genere, anche grazie all’organizzazione di eventi a vario titolo. I costi che si sono moltiplicati per l’applicazione della circolare Gabrielli diventano insostenibili per i bilanci comunali e per queste ragioni occorre che lo Stato faccia la sua parte. La sicurezza deve essere un patrimonio collettivo e gli oneri non possono essere appaltati soltanto ai Comuni, occorre agire in un quadro di ragionevolezza e di confronto per evitare arretramento e bisogna essere flessibili rispetto alle situazioni. Troppo spesso c’è la sensazione diffusa che sia più facile annullare le manifestazioni che realizzarle e questo va sempre a discapito del territorio, delle associazioni e dei piccoli imprenditori che operano in questo settore”.