La protesta, rivolta contro l’ormai nota critica del I giovani d’oggi non hanno voglia di lavorare, è stata incentrata contro il malcontento e le preoccupazioni del settore turistico per il deficit di lavoratori stagionali.
“Com’è naturale”, afferma una nota di TNT, “questa domanda di lavoro potrebbe essere coperta dai giovani come sempre è avvenuto: ma questo non succede e nessuno si chiede perché. Anziché cercare soluzioni, troppo spesso, e con sempre maggiore arroganza, le accuse dagli operatori e dai media ricadono sui giovani. Accusati a vario titolo di essere bamboccioni, poco disposti a fare sacrifici o ingrati verso un sistema famigliare che li mantiene. Come se fossero i giovani a mettere in ginocchio il settore del lavoro e quello del turismo, quando è l’esatto opposto. Infatti, si pretende dai giovani di adattarsi a logiche para-schiavistiche senza fiatare né protestare. Accettando paghe da fame e trattamenti al di fuori di qualunque basilare norma del diritto del lavoro. Si pretende, cioè, un comportamento diametralmente opposto proprio a quei principi e diritti su cui questa società – a parole – dovrebbe essere fondata. È da poco trascorso il 1 maggio, che anziché essere una occasione di vacanza o per ritrovarsi in qualche concertone, dovrebbe ricordarci che il lavoro è un’esperienza di vita, che dignifica l’uomo. I nostri simpatizzanti e militanti sono scesi in piazza per ricordare a tutti che bisogna rinnovare lo spirito autentico di quel patto sociale che non è solo fatica e salario”.
“La gioventù d’Abruzzo non vuole essere schiava per qualche spicciolo! La nostra generazione è già stata abbandonata da una società sempre più deresponsabilizzata, utilitaristica e moralista che ci tiene in catene tra illusioni, promesse e ricatti economici. Non possiamo accettare anche il ricatto di offerte di lavoro al ribasso che tolgono speranza ai nostri coetanei!”, conclude, il gruppo giovanile.