Pescara. “Non siamo schiavi”: questo il messaggio riportato sullo striscione con cui, sabato scorso, i militanti del movimento giovanile TNT hanno manifestato in corso Umberto, nel centro di Pescara, per “gridare forte il punto di vista non conforme circa il rapporto fra il mondo del lavoro e i giovani abruzzesi”.
La protesta, rivolta contro l’ormai nota critica del I giovani d’oggi non hanno voglia di lavorare, è stata incentrata contro il malcontento e le preoccupazioni del settore turistico per il deficit di lavoratori stagionali.
“Com’è naturale”, afferma una nota di TNT, “questa domanda di lavoro potrebbe essere coperta dai giovani come sempre è avvenuto: ma questo non succede e nessuno si chiede perché. Anziché cercare soluzioni, troppo spesso, e con sempre maggiore arroganza, le accuse dagli operatori e dai media ricadono sui giovani. Accusati a vario titolo di essere bamboccioni, poco disposti a fare sacrifici o ingrati verso un sistema famigliare che li mantiene. Come se fossero i giovani a mettere in ginocchio il settore del lavoro e quello del turismo, quando è l’esatto opposto. Infatti, si pretende dai giovani di adattarsi a logiche para-schiavistiche senza fiatare né protestare. Accettando paghe da fame e trattamenti al di fuori di qualunque basilare norma del diritto del lavoro. Si pretende, cioè, un comportamento diametralmente opposto proprio a quei principi e diritti su cui questa società – a parole – dovrebbe essere fondata. È da poco trascorso il 1 maggio, che anziché essere una occasione di vacanza o per ritrovarsi in qualche concertone, dovrebbe ricordarci che il lavoro è un’esperienza di vita, che dignifica l’uomo. I nostri simpatizzanti e militanti sono scesi in piazza per ricordare a tutti che bisogna rinnovare lo spirito autentico di quel patto sociale che non è solo fatica e salario”.
“La gioventù d’Abruzzo non vuole essere schiava per qualche spicciolo! La nostra generazione è già stata abbandonata da una società sempre più deresponsabilizzata, utilitaristica e moralista che ci tiene in catene tra illusioni, promesse e ricatti economici. Non possiamo accettare anche il ricatto di offerte di lavoro al ribasso che tolgono speranza ai nostri coetanei!”, conclude, il gruppo giovanile.