Pescara. L’Unione Sindacale di Base scende in piazza, giovedì 23 febbraio, per protestare contro “la politica discriminatoria attuata dai dirigenti della sanità pubblica abruzzese” nei confronti dei migranti e di chi è senza lavoro.
“Da più di tre anni oramai”, spiega una nota dell’USB, “la Asl di Pescara nega l’assistenza sanitaria ai migranti della provincia privi di contratto di lavoro. Ai disoccupati ed a coloro che hanno perso il lavoro o la fonte di reddito si nega persino il diritto alla salute. Senza un contratto di lavoro non si può avere un medico nella provincia di Pescara, se ci si ammala non ci si cura”.
“Una politica del tutto fuorilegge, che vìola le regole ed i principi della Costituzione e dell’ordinamento, e che ciò nonostante la Asl di Pescara porta avanti, imperterrita, fin dal gennaio 2020”, prosegue il sindacato, che spiega: “In piena pandemia da COVID 19, mentre l’emergenza sanitaria riempiva gli ospedali e ci si affidava al monitoraggio dei contagi per contenere la diffusione del coronavirus, la ASL di Pescara negava la tessera sanitaria ai migranti disoccupati ed alle loro famiglie, privando anche bambini e malati del medico di base, e creando un ricettacolo di persone invisibili al controllo sanitario”.
“Sono tantissimi oramai i migranti che non hanno l’assistenza sanitaria, che non possono sostenere visite e non possono permettersi di rivolgersi alla sanità privata. Persone con regolare permesso di soggiorno, richiedenti asilo e rifugiati, abbandonati dal sistema sanitario pescarese perché disoccupati o privi di reddito. La ASL non guarda in faccia a nessuno, e non fa eccezioni neppure per i più fragili e bisognosi di assistenza”, protesta l’USB.
Dalle ore 10 di giovedì, quindi, l’USB terrà un presidio davanti agli uffici pescaresi della Asl in via Rieti, affiancata da Associazione lavoratori immigrati senegalesi, Associazione ivoriani e fratelli West Africa e Sindacato lavoratori di nuova generazione : “Dopo nostra esplicita richiesta, nella stessa mattinata saremo ricevuti per un incontro con il direttore generale e alcuni dirigenti sanitari della ASL 3 di Pescara”, conclude la nota del sindacato.