Sono stati i volontari dell’associazione Nuovo Saline Onlus, che ieri avevano postato le foto dell’animale, a scoprire oggi, durante un sopralluogo finalizzato a sistemare delle fototrappole per documentare i suoi spostamenti sul fiume, a trovarlo morto.
“Qualcuno gli ha sparato e ha lasciato la carcassa nella vegetazione”, spiega l’associazione su Facebook, commentando: “Una simile crudeltà è lo specchio di una società crudele, ignorante e insensibile, che alla notizia di un simile avvistamento sfodera le armi e uccide. Montesilvano ha da sempre trasformato il Fiume Saline in un luogo di morte e desolazione, con l’inquinamento, l’indifferenza, il profitto ed ora anche attraverso la morte violenta degli animali”.
Da tempo, infatti, l’associazione denuncia come “sul Saline esiste un divieto di pesca, puntualmente ignorato e deriso dai bracconieri per totale assenza di vigilanza, ma la caccia paradossalmente permessa”. Peraltro, anche quando la caccia è aperta, il capriolo resta un animale non cacciabile.
“Visto questo drammatico epilogo”, aggiungono gli ambientalisti, “non pubblicheremo più immagini di fauna che vive sul fiume, per evitare che bestie possano utilizzare queste informazioni a loro profitto o per dar sfogo alla loro barbarie. Le mani sporche di questo sangue non le ha solo la bestia che ha sparato, ma tutte quelle forze di polizia che latitano dal fiume, tutta quella popolazione residente che non denuncia, tutti coloro che con la loro assenza non difendono il territorio dove vivono”.