A denunciarlo sono i residenti, i quali sostengono che non sono garantiti i 50 litri a persona come da Dpcm del 29 agosto 2016, in violazione delle norme sanitarie internazionali, “mettendo i cittadini in una condizione igienico-sanitaria precaria”. Una ventina le persone senza acqua per un debito di 802,46 euro che secondo i residenti sarebbe “in fase di pagamento”.
La vicenda riguarda un debito lasciato da un utente del civico 2, un italiano di etnia rom, che negli anni non aveva mai pagato l’acqua, accumulando un “buco economico di 20 mila euro, che in base al concetto della solidarietà condominiale – lamentano i residenti – ricade su tutti i cittadini virtuosi”.
Già nel 2016, alla vigilia del ponte di Ognissanti, ci fu un intervento simile da parte dell’Aca: in quella circostanza vennero chiusi, sempre senza preavviso, i contatori dei civici 4 e 6 e solo l’intervento dell’allora sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno, permise di rimuovere i sigilli. In quella circostanza gli 80 residenti delle quattro scale avevano presentato un esposto ai carabinieri in cui si ipotizzava rilievi penali in merito agli articoli 323, 331 e 610 del Codice penale (abuso d’ufficio, interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità e violenza privata) in considerazione del fatto che “il regolamento Aca non prevede, per morosità, la sospensione dell’erogazione, ma la sola riduzione di potenza. In presenza di particolari condizioni economiche dell’utenza – scrivevano nell’esposto – l’Aca non può adottare ‘ultra vires’, comportamenti ‘de facto’ con la chiusura totale dei rubinetti”.