Pescara. Alla vigilia della manifestazione di protesta organizzata dal centrodestra, anche la Confcommercio alza la voce contro l’avvio imminente dei lavori per la costruzione del mercatino etnico nel tunnel della stazione.
“Si tratta di una scelta sbagliata, contraria al buon senso e alla legge regionale – si legge in una nota – e che, come se non bastasse, prevede un utilizzo scellerato di risorse pubbliche per la sistemazione dei locali; l’istituzione di un tale luogo, una sorta di ghetto, sarebbe altresì pericolosa per ciò che potrebbe innescare alla luce dell’ubicazione dei locali al di sotto del tracciato ferroviario”.
“La Fiva, la nostra associazione dei venditori ambulanti, – prosegue la Confcommercio, – si è costantemente battuta contro ogni forma di discriminazione affinché tutti possano operare nel pieno rispetto delle regole, con eguali diritti e doveri per tutti. Al riguardo ricordiamo che nella sola città di Pescara si tengono ben otto mercati settimanali in cui possono essere integrati gli operatori senegalesi; gli ambulanti locali offrono la più totale disponibilità per la piena integrazione all’interno delle aree mercatali istituite dal Comune di Pescara ma anche negli altri Comuni limitrofi. Non si capisce pertanto la necessità di istituire un nuovo mercato destinato a chi fino a ieri ha occupato abusivamente un’area e per di più a spese del Comune: è come se un negoziante che per anni ha operato abusivamente senza pagare l’affitto e le imposte venisse premiato allestendogli con risorse pubbliche un nuovo negozio”.
“Ricordiamo anche – incalza l’associazione datoriale – che l’articolo 28 della legge regionale che regolamenta la materia cita testualmente al comma 1 che ‘I Comuni non possono procedere all’istituzione di nuovi mercati e fiere se non previo riordino, riqualificazione, potenziamento o ammodernamento di quelli già esistenti, compreso il loro potenziamento dimensionale, in presenza di idonee aree”. Inoltre la medesima legge prevede all’articolo 11 comma che isono illegittime discriminazioni o priorità manifestate nei confronti degli operatori in base alla loro nazionalità o residenza, nonché la creazione di zone di tutela e di rispetto per l’attività degli operatori commerciali a posto fisso”.
“In sintesi – conclude l’associazione dei commercianti – l’istituzione di un mercato etnico sarebbe anche contro legge. Invitiamo pertanto il Comune di Pescara a fare un quanto mai opportuno passo indietro rispetto ad una scelta che incontrerebbe la contrarietà di tutti i commercianti pescaresi e della gran parte dei cittadini. Ribadiamo che si tratterebbe di un segno di buon senso e lungimiranza politica destinare gli oltre 250.000 euro previsti per il mercatino a quelle opere di prioritaria importanza necessarie a ripristinare una città decorosa, sicura e presentabile a cittadini, turisti e visitatori”.