L’iniziativa arriva a pochi giorni dall’annuncio del vice premier in merito all’ipotesi di effettuare un censimento su base etnica delle persone appartenenti alla minoranza romanì in Italia. Ad indignare il rappresentante della Fondazione e, più in generale, le comunità romanes italiane, è stata in particolare la frase di Matteo Salvini: «I rom italiani, purtroppo, dobbiamo tenerceli».
Ritenendo particolarmente gravi queste affermazioni, soprattutto perché pronunciate da un rappresentante del Governo italiano e non da un semplice cittadino, Guarnieri e la Fondazione che rappresenta hanno deciso di passare all’azione affinché l’esternazione di Salvini non restasse impunita. Per questa ragione, questa mattina ha depositato presso la Procura della Repubblica di Pescara un esposto-querela verso il vice presidente del Consiglio. Il documento è stato redatto con la consulenza dell’avvocato Giulio Calvani di Molfetta, iscritto al foro di Trani. Nell’esposto-querela, corredato di allegati e link video, sono dettagliatamente testimoniate le frasi del leader della Lega.
«Il senatore Salvini», si legge nell’atto depositato in Procura, «ha scientemente travalicato il limite del legittimo esercizio del diritto di manifestazione del pensiero previsto dall’articolo 21 della Costituzione, annunciando la volontà di procedere con un censimento su base etnica dei “rom” vietato dal nostro ordinamento giuridico e dalle Convenzioni internazionali, cui l’Italia ha aderito, istigando in tal modo alla discriminazione nei confronti della minoranza rom in Italia».
Ed è in proprio in merito a tali dichiarazioni che Nazzareno Guarnieri chiede alla Procura della Repubblica di Pescara – o a quella ritenuta territorialmente competente – di esperire tutti gli accertamenti necessari per valutare se sia ipotizzabile il reato, penalmente perseguibile, di istigazione all’odio razziale. «A nostro avviso ci sono tutte le condizioni per querelare il ministro», commenta Guarnieri. «In tal caso, chiediamo che si proceda, di conseguenza, nei confronti del soggetto ritenuto responsabile o dei soggetti ritenuti responsabili, anche a titolo di concorso».