Pescara. Claudio D’Amario, ex manager della Asl di Pescara ed ex direttore generale
della Prevenzione al ministero della Salute nel 2020, e attualmente responsabile del Dipartimento sanità della Regione Abruzzo, figura tra i 19 indagati per epidemia colposa e rifiuto di atti d’ufficio nell’inchiesta della Procura di Bergamo incentrata sui presunti ritardi nella gestione delle prime fasi della pandemia di Covid19.
D’Amario, però, è ancora in attesa della notifica degli atti: “Non conosco gli addebiti. Devo leggere le carte. Quando le avrò, vedremo”, ha commentato a caldo.
Tra gli indagati, spiccano l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute, Roberto
Speranza, Angelo Borrelli, all’epoca capo della protezione civile nazionale e il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro.
Tra i reati contestati, l’epidemia colposa per il mancato rispetto delle indicazioni del piano pandemico, nonostante “la raccomandazione di Oms del 5 e del 23 gennaio 2020; l’allerta di Oms e Paho (Pan American Health Organization) del 20 gennaio 2020; la dichiarazione del 31 gennaio 2020 con la quale il Direttore Generale di Oms dichiarava che il coronavirus rappresentava un’emergenza internazionale di sanità pubblica”, come si legge nell’avviso di conclusione indagini della procura di Bergamo.