Nel 77° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, ANPI Pescara ricorda le figure di Francesco Ciavarella e Loreto Finamonti, due dei 335 assassinati dai nazifascisti.
“Benché non originari della nostra regione”, si legge nella nota dell’ANPI, “con modalità differenti operarono in Abruzzo fornendo un importante contributo alla sconfitta del nazifascismo: grazie alla preziosa ricerca di Fabrizio Nocera, pubblicata in questi giorni, è stato possibile ricostruire l’attività partigiana di Ciavarella e Finamonti nelle nostre terre”.
“Nato a Pistoia il 7 gennaio 1917, Francesco Ciavarelli guidò la banda “Abruzzi” (dopo l’assassinio alle Fosse Ardeatine, banda “Ciavarella”), facente parte del Raggruppamento Bande Movimento Comunista d’Italia, meglio noto con il nome del suo giornale “Bandiera Rossa”, ed operante in diverse aree della nostra regione. Dopo aver preso parte ai combattimenti per la difesa di Roma alla Cecchignola e a Porta San Paolo, spostò il suo campo d’azione nelle zone più impervie dell’Abruzzo, compiendo rischiose azioni di sabotaggio e di guerriglia ed attraversando più volte le linee nemiche al fine di favorire il raggiungimento di ex prigionieri di guerra, antifascisti e ricercati nella zona già liberata: catturato il 21 febbraio 1944, fu condotto e torturato nella prigione di via Tasso, infine trucidato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo successivo”.
“Loreto Finamonti era nato il 20 dicembre 1900 in provincia di Rieti, a Nespolo, dove rivestiva la carica di podestà: fu arrestato su delazione perché aiutò ed ospitò inglesi e americani e perché aveva fornito, e forniva, sostenimento ai partigiani della zona, tra cui la banda Turanense guidata da Carlo Laurenzi. Finamonti fu condotto a Roma, nella prigione di via Tasso, dove verrà seviziato prima dell’uccisione alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944″.
A distanza di 77 anni, ANPI Pescara intende rendere “il giusto riconoscimento a due uomini che rischiarono la propria vita per la libertà e per il riscatto morale dell’Italia”.