Dopo una dettagliata segnalazione della Stazione Ornitologica Abruzzese sull’estrazione di 8.000 mc di sabbia alla spiaggia antistante la Madonnina di Pescara da destinare a ripascimento nel comune di Francavilla, l’associazione è stata tempestivamente contattata dall’autorità portuale del mare medio Adriatico di Ancona che ha assicurato un approfondimento.
“L’autorità a strettissimo giro ha scritto ai vari enti e alla SOA chiedendo chiarimenti. Il comune di Francavilla poco fa ha replicato modificando la planimetria ed escludendo l’area dunale, restringendo i lavori in un’area più prossima alla parte distale del molo nord, sotto ai trabocchi”.
“Abbiamo ottenuto un primo risultato, allontanando il cantiere dall’area dunale con la flora protetta”, ha detto Augusto De Sanctis, consigliere della Stazione Ornitologica Abruzzese. “Non ci convincono, invece, le indicazioni del comune di Francavilla circa il fatto che l’intervento non necessiti dell’autorizzazione paesaggistica e della procedura di verifica di Assoggettabilità a V.I.A., a nostro avviso entrambe obbligatorie vista la localizzazione dei lavori e l’entità degli stessi. Vedremo cosa diranno in proposito gli uffici regionali competenti e la sovrintendenza, nonché carabinieri forestali, gruppo aeronavale della Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto, anch’essi tra i destinatari della nostra segnalazione. Il tratto di litorale antistante la Madonnina è ormai caratterizzato da decine di specie di flora dunale alcune delle quali rarissime. Sono presenti soprattutto durante la migrazione specie di uccelli che si fermano per riposare o alimentarsi. Crediamo che in generale, al di là del singolo intervento, l’area meriti ben altra considerazione da parte delle amministrazioni abruzzesi che forse la ritengono una mera cava di sabbia. Ringraziamo l’autorità portuale di Ancona che si è attivata in poche ore arrivando a risolvere almeno una parte del problema”.
Quel tratto era un tempo molto frequentato dal Fratino, il piccolo trampoliere che nidifica sulla costa. «Fino a qualche anno fa – ricorda la presidente del WWF Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco – si registravano in ogni stagione diversi nidi, anche 8 o 9. Poi la pressione antropica, rappresentata tra l’altro dai cantieri per il prelievo di sabbia e dai fuochi artificiali “sparati” a volte proprio da quell’area, hanno allontanato la specie da quel luogo, la cui tutela aiuta le amministrazioni municipali anche nella conquista della bandiera blu. Quest’anno alcuni individui di fratino sono stati nuovamente notati proprio in quella zona; ricominciare con i prelievi in questi mesi, che sono proprio quelli della nidificazione, potrebbe rappresentare un gravissimo danno».
«Da anni – aggiunge Filomena Ricci, delegata per l’Abruzzo del WWF Italia – le strutture regionali dell’associazione del Panda portano avanti, con l’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” e con l’aiuto di tanti volontari, il progetto Salvafratino Abruzzo teso appunto a tutelare una specie in forte declino in tutto il suo areale. Un progetto per il quale molte amministrazioni municipali costiere si impegnano con atti concreti. Al Comune di Pescara abbiamo chiesto, con una nota, di impedire in particolare nel periodo riproduttivo della specie, tra aprile e luglio, prelievi in quell’area delicata, che non riguarda solo l’ambiente dunale, ma anche le aree che il Fratino utilizza per alimentarsi, come la battigia. Del resto in un recente fortuito incontro tra il presidente nazionale del WWF Luciano Di Tizio e il sindaco di Pescara Carlo Masci, entrambi impegnati insieme a numerosi volontari in una azione di pulizia a mano, il primo cittadino del capoluogo adriatico aveva preso atto della eccessiva pressione che ha subito quel tratto di litorale, convenendo sul fatto – come hanno riportato gli organi di stampa – che appariva improponibile continuare a prelevare proprio lì altra sabbia. Ciò vale ancora di più in questo periodo dell’anno».