La pesca di frodo avveniva con di mezzi non consentiti – nasse ed ombrellini-, poi sequestrati, mentre le anguille pescate, circa 25 chili in totale, rinvenute ancora in vita, sono state rilasciate in natura nel luogo di cattura.
I controlli, che hanno richiesto molto impegno ed appostamenti continui su tutta l’asta del Fiume Pescara, sono stati svolti anche con la collaborazione delle guardie ittiche dell’associazione “Guardia Civile Ambientale” di Pescara.
“Alcuni dei denunciati”, ha dichiarato il Comandante del Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara, “venivano appositamente in Abruzzo da altre Regioni per più giorni con l’intento di pescare illegalmente le anguille, per poi commercializzarle sul territorio d’origine”.
In Abruzzo, non essendo stato approvato un piano di gestione per la pesca controllata, risulta vietata la cattura dell’anguilla europea (Anguilla anguilla L.), specie protetta dalla Convenzione di Washington, violando la quale si incorre nelle sanzioni previste dalla Legge 150/1992 di applicazione della CITES in Italia.
Il Nucleo Carabinieri CITES di Pescara svolge controlli costanti in tale ambito da diversi anni in quanto il fenomeno del bracconaggio ittico verso tale specie è molto diffuso, soprattutto durante le festività natalizie, considerata la tradizionale cultura gastronomica del centro-sud Italia.