“Non non perché lo Stato ce lo imponga – precisare Valentinetti parafrasando le parole della Presidenza Cei – ma per la responsabilità che sentiamo forte verso gli altri”.
“La Chiesa c’è, è presente – affermano i vescovi – a partire dai suoi Pastori; la nostra Chiesa locale c’è ed è presente – aggiungo – e si fa prossima alla sua gente nella disponibilità, nell’ascolto, nella preghiera comune, anche se non in comune, nell’orazione di speranza che innalziamo al nostro Dio che è Padre”, aggiunge il Vescovo, che conclude, “Qualche giorno fa mi meravigliavo di come questa quaresima fosse caratterizzata da digiuni che non abbiamo scelto e, oggi, con più difficoltà lo ripeto, anche per me stesso, certo, che questa situazione di precarietà, di attesa, di incertezza e di sofferenza, di rumorosa tranquillità, ci offra anche il tempo per fermarci, per ritrovarci e per udire, nel rimbombo dell’ansia, il suono dolce e fiducioso del silenzio