Il provvedimento cautelare, emesso dal gip del Tribunale di L’Aquila, Guendalina Buccella, trae origine da un’ indagine del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Pescara coordinata dal Sostituto Procuratore, Roberta D’Avolio.
E’ stata la segnalazione di una madre di Pescara, preoccupata da alcuni messaggi ricevuti su “Messanger” dal figlio da parte di un interlocutore anonimo che manifestava apprezzamenti ambigui, a far scattare l’inchiesta.
Il profilo Facebook dell’ignoto interlocutore appariva essere di un adulto che aveva come “amici” vari ragazzini alle cui foto esprimeva “espliciti” commenti. Sono state documentate più di 2.600 chat con ragazze minorenni residenti in diverse province italiane. “La ricerca della vittima era assolutamente casuale – spiega la Polizia Postale in una nota – essendo rivolta a soggetti titolari e/o utilizzatori di un account su diversi social network come Facebook, Instagram, Badoo, Telegram e WhatsApp. L’arrestato contattava minori di anni 16 instaurando con loro relazioni amichevoli e, carpendo la loro fiducia con artifizi e lusinghe, incanalava la conversazione su argomenti sessuali proponendo appuntamenti per incontri sessuali”.